Esteri

Israele, Netanyahu incontra Bennett, ipotesi di elezioni anticipate

(ap)
Il premier frena, ma dopo le dimissioni del ministro della Difesa Lieberman, il voto è più vicino. "Focolare ebraico" è pronto a lasciare
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“ANDARE ad elezioni anticipate adesso sarebbe un errore storico”. Il premier di Israele Benjamin Netanyahu per il momento frena, ma le dimissioni tutte pre-elettorali del ministro della Difesa Avigdor Lieberman dal suo incarico hanno avviato una dinamica che sicuramente avvicinerà la data del voto in Israele.

Netanyahu oggi ha incontrato il ministro dell’Educazione Naftali Bennett, leader di un altro partitino di destra della coalizione, “Focolare ebraico” (Habayit Hayehudi). Bennett gli ha chiesto apertamente di avere lui il l’incarico di ministro della Difesa, ma Netanyahu almeno per il momento ha dovuto respingere la richiesta, anche per non scatenare le proteste degli altri partiti nazionalisti e religiosi che sostengono il suo governo.

Bennett alla fine dell’incontro ha fatto uscire notizie sul fatto che “elezioni anticipate sono inevitabili”, e così sostengono i membri del suo partito, fra cui la ministra della Giustizia Ayelet Shaked. Netanyahu insiste, “occorre fare ogni sforzo per preservare il governo di destra attuale, per non ripetere lo storico errore del 1992, quando arrivò al potere la sinistra e si giunse agli Accordi di Oslo". Il problema è che senza i voti di Habayit Hayehudi il governo ha meno dei 60 voti necessari sui 120 membri della Knesset.

Le prossime ore saranno decisive, entro la riunione di governo di domenica il primo ministro dovrà manovrare per sciogliere la crisi con “Focolare ebraico”, probabilmente raggiungendo un accordo per arrivare comunque ad elezioni anticipate rispetto alla data fissata nel novembre 2019.

La crisi politica è stata innescata mercoledì scorso dalle dimissioni anticipate del ministro della Difesa Lieberman che, cavalcando il sentimento popolare, chiedeva al governo un’azione militare più pesante a Gaza dopo le centinaia di razzi e missili lanciati a partire da domenica scorsa. Gli altri gradi militari erano pronti a ritorsioni militari anche più pesanti rispetto ai bombardamenti autorizzati da Netanyahu, ma loro stessi avevano avvertito che una nuova guerra contro Hamas a Gaza non avrebbe risolto nulla in termini strategici. Hamas sarebbe sopravvissuta comunque a nuovi bombardamenti, Israele avrebbe potuto essere costretta anche a incursioni di terra, ci sarebbero state perdite anche fra gli attaccanti di terra israeliani ma l’equilibrio strategico fra il movimento terroristico e lo stato di Israele sostanzialmente non sarebbe cambiato.

Netanyahu ha frenato quindi quella che poteva diventare una “guerra elettorale”, provocata da Lieberman soprattutto per mostrarsi aggressivo e determinato agli occhi dell’elettorato, soprattutto dei cittadini del Sud di Israele che sono nel mirino dei razzi di Hamas.

In tutto questo a Roma oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il presidente israeliano Reuven Rivlin. Poco prima Rivlin aveva incontrato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: i temi centrali dei due incontri sono stati innanzitutto l’atteggiamento da tenere nei confronti della questione Iran, con Israele che spinge tutti i paesi europei a dare sostegno alla politica di sanzioni economiche decise dagli Stati Uniti. E poi il tema dell’antisemitismo in Europa, con Mattarella e Conte che hanno ricordato all’ospite di Israele tutte le attività e le misure che l’Italia ha messo in campo per combattere gli atti di odio verso gli ebrei.