Esteri

Norvegia, ex ministro conservatore accusato di pedofilia

Svein Ludvigsen (ansa)
Per la magistratura Svein Ludvigsen averebbe abusato sessualmente di tre migranti minorenni, offrendo in cambio aiuti per le richieste d'asilo
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BERLINO - Grave scandalo di pedofilia con migranti minorenni come vittime in Norvegia, caso insolito per il Grande nord. Un anziano ma ancora importante politico del partito conservatore (quello cui appartiene la premier Erna Solberg), l'ex ministro Svein Ludvigsen, è stato ufficialmente accusato dalla magistratura di aver abusato sessualmente di tre giovani migranti, promettendo loro, in cambio delle prestazioni sessuali così imposte, aiuto nella difficile pratica di richiesta di concessione dello status di rifugiati e di migranti.

È un caso che getta il prospero Paese scandinavo, una nazione con alti standard etici e severi controlli di polizia contro gli abusi sessuali, nello shock e nell'incredulità e scopre un mondo segreto di vizi nascosti dell'establishment. Con l'aggravante che appunto le tre vittime erano ragazzi migranti, sfuggiti - in nome delle leggi sul rispetto della sfera privata non vengono rivelati né i loro nomi né le loro nazionalità - a chi sa quale miseria o quali guerre. E visto che la Norvegia, dalla grande ondata del 2015, è stracolma di migranti come la Svezia e adotta verso di loro una politica molto restrittiva, i tre erano facilmente oggetto di ricatti.

È stato il procuratore Tor Borge Normo a dare la notizia, in una conferenza stampa nella capitale norvegese Oslo. I fatti risalgono a diversi anni fa, quando Svein Ludvigsen era potente e influente prefetto della regione settentrionale di Tromso. Approfittando del suo potere, e abusandone, aveva promesso ai tre giovani aiuti significativi nell'accoglimento delle loro richieste legalmente sporte di asilo o di status di profughi, esigendo in cambio, per anni, la loro totale disponibilità sessuale.

Gli stupri contro i tre, perpetrati da Ludvigsen oggi 72enne, sono continuati per anni, e si sono svolti spesso nella sua abitazione. Altre volte, invece, il teatro del crimine erano stanze d'albergo, lo chalet di campagna di Ludvigsen, o in alcuni casi addirittura locali della Prefettura, quindi un edificio pubblico. Singolarmente nessuno si era accorto di nulla. Tra l'altro uno di quei tre giovani soffre di seri disturbi mentali, e ciò aggrava la posizione giuridica dell'ex ministro. Ludvigsen era stato scoperto e arrestato all´inizio dell´anno, e poi messo in libertà provvisoria in attesa di giudizio dopo cinque settimane di detenzione. Egli respinge ogni accusa e si dichiara totalmente innocente e vittima di calunnie ingiuste, ma secondo magistratura e polizia testimonianze delle sue vittime e prove concrete lo inchiodano.