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Israele, primarie nel Likud: in testa gli avversari di Bibi Netanyahu

Benjamin Netanyahu (ansa)
 A sorpresa gli uomini del premier scavalcati da "nemici" come l'ex ministro Saar
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Un passaggio delicato per la vita politica israeliana, anche se apparentemente minore, ha fatto scattare un campanello d'allarme per il premier Benjamin Netanyahu. Il Likud ha tenuto ieri le primarie per decidere quali saranno i candidati alle elezioni del 9 aprile e in quale posto saranno nella lista del partito. Il primo di diritto sarà Netanyahu. Ma immediatamente dopo ci sono tutti avversari interni del premier, fra cui alcuni che il premier da mesi ha messo nel mirino, come l'ex ministro dell'Interno Gideon Saar.

Il primo degli eletti nelle primarie è il presidente della Knesset, Yuli Edelstein: Bibi aveva litigato con lui l'anno scorso perfino per chi fra i due aveva diritto a tenere un discorso in un'occasione ufficiale. Poi c'è il ministro dei Trasporti, Yisrael Katz, con cui Bibi è in fredda da tempo. Immediatamente dopo un "nemico" vero, l'ex ministro Gideon Sàar che da 4 anni non era più in politica e che Netanyahu era arrivato ad accusare di un complotto ordito con la complicità addirittura del capo dello Stato Reuven Rivlin, altro oppositore del primo ministro nel Likud. Altro nome nella testa di lista l'attuale ministro della Pubblica sicurezza (polizia), il fedele Gilad Erdan, che però Netanyahu è stato comunque di accusare perché secondo lui non ha fatto abbastanza per fermare le inchieste della polizia che certamente porteranno alemno a una incriminazione del premier prima delle elezioni.
Gli uomini e le donne di Bibi (come la responsabile della Cultura Miri Regev) arrivano immediatamente dopo, nessuno si è classificato abbastanza in alto. In Israele i sondaggi danno ancora il Likud come primo partito, con probabili 30 seggi sui 120 della Knesset. Ma presto il procuratore generale del paese dovrebbe incriminare formalmente il premier per una delle inchieste a cui è stato sottoposto in questi mesi. E da quel momento in poi la battaglia per la successione a Bibi nel partito potrebbe accendersi anche rapidamente.
Netanyahu rimane un leader politico popolare e capace, soprattutto per il modo in cui ha saputo gestire il lungo periodo di miglioramenti economici e nella sicurezza che Israele ha vissuto negli anni del suo "regno". Ma il panorama politico del paese sta cambiando. Rimane alto nei sondaggi il nuovo partito ("Resilienza") di un ex capo di stato maggiore, Benny Gantz, che ha annunciato la sua candidatura solo pochi giorni fa. Nei sondaggi Gantz viaggia sui 22 deputati, che gli permetterebbero di avere un ruolo decisivo nella formazione del nuovo governo dopo il 9 aprile. Ieri nella prima intervista rilasciata a un quotidiano, Gantz ha parlato di palestinesi; secondo l'ex capo dell'esercito che guidò Israele nell'ultima sanguinosa guerra a Gaza, Israele potrebbe ritirarsi anche dalla Cisgiordania. Gantz ha assicurato che Israele "non cerca di dominare nessuno, non deve dominare un altro popolo".
L'uscita di Gantz ha scatenato le reazioni del Likud, e di Netanyahu in persona: "Abu Mazen si è felicitato perché ha capito che Gantz compirà un altro ritiro, in Cisgiordania. E gli ha augurato successo. Dobbiamo vincere noi: la scelta è chiara: o un governo di sinistra guidato da Gantz, oppure un governo del Likud, diretto da me".