Esteri

Il principe ereditario saudita a Pechino: prima del bilaterale con Xi Jinping, in gita sulla Grande Muraglia

(ansa)
Mohammed bin Salman è arrivato in Cina dove oggi incontrerà il presidente Xi Jinping. Ultima tappa del suo viaggio a Oriente
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PECHINO.Un ospite ingombrante è arrivato a Pechino. Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita al centro delle polemiche internazionali per l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, è atterrato ieri nella capitale cinese, ultima tappa di un tour a Oriente che ha come obiettivo quello di uscire dell’isolamento internazionale, e che lo ha portato anche in Pakistan (dove gli è stato donato un mitragliatore dorato) e in India.

Ieri MbS, come viene colloquialmente chiamato, si è concesso una fotogenica passeggiata lungo la Grande Muraglia. Ma il piatto della forte della visita sarà oggi, quando il presidentissimo cinese Xi Jinping lo riceverà in pompa magna. Xi vuole discutere di forniture energetiche e investimenti comuni, ma senza rischiare di spaventare o alienarsi un altro partner chiave come l’Iran, arcinemico dei Sauditi.

Storicamente i rapporti tra Cina ed Arabia Saudita sono sempre stati abbastanza freddi, visto l’asse tra Riad e Washington. Negli ultimi anni però, man mano che la fame di energia dell’economia cinese cresceva, il Regno è diventato il primo fornitore di petrolio di Pechino, e Pechino il suo primo partner commerciale. Solo lo scorso anno i flussi verso la Cina sono cresciuti del 44%, il dato più alto tra tutti i Paesi del mondo.


La visita è l’occasione per firmare nuovi accordi di fornitura di lungo periodo e una joint-venture per costruire una raffineria nel nordest della Cina. Ma anche, novità, di espandere la cooperazione in Paesi terzi. Le direttrici della Via della seta cinese corrono tutto attorno alla penisola araba e Riad potrebbe salire a bordo di alcuni di quei mastodontici progetti infrastrutturali.

Durante la tappa in Pakistan, MbS ha annunciato un investimento di 10 miliardi di dollari per la costruzione di un complesso petrolchimico a Gwadar, sulla costa a Sud del Paese. Gwadar è un fulcro della Via della seta, lì Pechino ha costruito e controlla un porto centrale nelle rotte che ha disegnato verso Africa ed Europa. Arabia e Cina sono anche i due maggiori finanziatori del disastrato governo pakistano.



Tutto questo, Pechino sta cercando di farlo senza spaventare lo storico avversario dei Sauditi nella regione, cioè l’Iran. Dopo l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare, la Cina si è schierata dalla parte di Teheran, subentrando a diversi investimenti abbandonati dalle aziende europee. Poco prima dell’arrivo a Pechino di MbS, in città erano stati accolti il ministro degli Esteri e il presidente del Parlamento iraniano, una sorta di grande messaggio di rassicurazione. Un secondo, lo ha messo nero su bianco ieri il quotidiano di regime Global Times, ribadendo il mantra della diplomazia mandarina: la Cina non vuole fare politica, solo affari. Eppure in Medio Oriente raramente politica e affari sono slegati. Pechino sta camminando su un filo molto sottile.