Esteri

Brasile, sparatoria in una scuola: 10 morti, tra cui i due studenti che hanno aperto il fuoco

L'attacco in una città della cintura metropolitana di San Paolo. Gli assalitori si sono suicidati. Undici i feriti

2 minuti di lettura
RIO DE JANEIRO - Due ragazzi incappucciati irrompono in una scuola alla periferia di San Paolo e iniziano a sparare. Cadono uno, due, poi otto persone. Restano al suolo. In tutto, alla fine saranno dieci i morti: un insegnante, sei studenti, un impiegato e anche i due killer che si sono suicidati. Secondo quanto riferito dal quotidiano Folha de S.Paulo, sono Luiz Henrique de Castro, 25 anni, e Guilherme Taucci Monteiro, 17 anni, ex alunni della scuola.

Scappano come possono. Si sottraggono alla pioggia di proiettili che colpiscono vetri, sbrecciano muri, armadi, porte, banchi. La polizia ha trovato una pistola calibro 38, un arco con frecce, esplosivi e bottiglie molotov. La nuova Columbine brasiliana avviene poco dopo le 7 di oggi a Suzano, città di trecentomila abitanti nell'area metropolitana della capitale finanziaria del Paese. Juliano Simões de Santana abita vicino alla Raul Brasil, una scuola primaria e secondaria con classi di corso di lingue: "Vivo in una casa accanto. Ho sentito degli spari, poi grida seguite da un forte trambusto",  ricorda l'uomo, "sono corso dentro la scuola e ho visto tutti quei corpi di bambini riversi, sangue per terra e sulle pareti, i funzionari e professori che fuggivano urlando". Il governatore dello stato di San Paolo João Doria ha proclamato tre giorni di lutto. 

I due killer sono entrati nella scuola durante l'intervallo. Gli studenti - la scuola ha oltre mille iscritti - in quel momento stavano facendo merenda. Armati di un revolver calibro 38, di una balestra munita di frecce, di un'ascia e di alcune bottiglie molotov, affrontano il settore della secondaria, svuotano tre caricatori (18 colpi) e uccidono 6 studenti, un insegnante un impiegato amministrativo. Ne feriscono altri 11. Prima di entrare sembra abbiano aggredito il concessionario di un'autofficina vicina alla scuola e lo abbiano ferito gravemente. Poi, dopo il primo massacro, si sono diretti verso il settore dell'istituto di lingue. Ma qui non hanno potuto continuare perché il professore con gli alunni si erano barricati in un'aula.I due avrebbero a quel punto rinunciato a proseguire e si sarebbero suicidati. Avevano anche un pacco con dei fili elettrici, forse un ordigno. I due vivevano nella stessa strada, erano amici e il più piccolo, dicono i vicini, non aveva avuto guai con la giustizia e non sembrava particolarmente aggressivo.

Brasile, sparatoria in una scuola a San Paolo: studenti e insegnanti in strada


La polizia e i reparti speciali sono accorsi nel giro di mezz'ora. Hanno allontanato la gente che era accorsa verso la scuola. Soprattutto madri e padri presi dal panico che chiedevano informazioni e volevano entrare. L'assedio è durato pochissimo. Non c'è stato neanche il tempo di una trattativa. Perché non c'era nulla da negoziare. I due killer avevano portato a termine la loro strage e poi si erano immolati sparandosi un colpo in testa. Un'assurda missione sucida. Nessuna motivazione se non quella che si scoprirà fra qualche ora dopo aver indagato sugli autori e sull'eventuale messaggio di follia che avranno lasciato.

Brasile, spari in una scuola. Uno studente: ''Hanno colpito un nostro amico''


Non è la prima strage che avviene nelle scuole del Brasile. A parte le continue sparatorie tra cartelli e gang che costrinsero a chiudere le scuole per sei mesi l'anno scorso, ci sono state almeno altre sette Columbine nel paese. Nel 2002 un giovane di 17 anni uccise due colleghi in un'aula nella scuola privata Sigma a Salvador de Bahia. Nel gennaio del 2003 a Taiúva, 400 chilometri da San Paolo, un ex studente ferisce a colpi di 38 otto compagni, tra cui una docente. Muore per le ferite un ragazzino paraplegico. 

Nell'aprile del 2011a Realengo, ovest di Rio, dodici ragazzi, dieci femmine e due maschi, muoiono  nella scuola municipale Tasso da Silveira. La killer era una donna, 23 anni. Si chiamava Wellington Menezes de Oliveira. Ha chiesto di ritirare un certificato, ha proposto una conferenza con gli studenti e poi ha fatto fuoco prima di suicidarsi. Nell'aprile  del 2011 un ragazzino, vittima di bullismo, accoltella a morte un compagno a Piauí. Nel settembre dello stesso anno un bambino di 10 anni spara alla sua professoressa e si suicida.  Cosi nell'aprile del 2016, nello Stato di Paraíba, un ragazzo di 16 anni esplode sette colpi di pistola contro tre studenti. Due anni dopo, alla periferia di João Pessoa, un adolescente spara a tre compagni che restano feriti e uccide la sua ex fidanzatina. Infine a Goiânia, ottobre 2017, un ragazzino di 14 anni irrompe a scuola, uccide con la 38 del padre due studenti e ne ferisce altri quattro. Si considerava vittima di bullismo.