Esteri

Nuova Zelanda, la premier: "Non pronuncerò mai più il nome del killer"

Jacinda Ardern abbraccia i familiari delle vittime (ap)
L'attentatore responsabile dell'attacco di venerdì a due moschee di Christchurch sarà d'ora in poi l'"Innominato".  Lo ha promesso la prima ministra neozelandese
1 minuti di lettura
CHRISTCHURCH - Il suprematista Branton Tarrant diventa “l'Innominato”. La premier neozelandese Jacinda Ardern ha deciso di non pronunciare mai più il nome del 28enne australiano autore della strage dei musulmani alle due moschee di Christchurch (50 morti). “Con il suo atto terroristico cercava molte cose, e tra queste la notorietà”, ha spiegato davanti al Parlamento convocato in seduta straordinaria. “E per questo non mi sentirete più nominarlo. E' un terrorista, un criminale, un estremista. Quando ne parlerò, non dirò il suo nome”.

Nuova Zelanda, strage moschee: l'haka in onore delle vittime di Christchurch


Un modo per evitare di alimentare lo spiccato narcisismo di Tarrant, ben testimoniato dalle 74 pagine del delirante “manifesto” in difesa dei bianchi europei, nel quale si intervista da solo (lo ha postato online e inviato alla premier nove minuti prima della strage), e dalla scelta, il giorno dopo l'arresto, di revocare il mandato all'avvocato d'ufficio Richard Peters. “Vuole difendersi da solo, temo che intenda trasformare la prossima udienza del 5 aprile in uno spettacolo di propaganda”, ipotizza il legale.

Strage Nuova Zelanda, Ezio Mauro: "Da Traini a Tarrant l'internazionale suprematista"


La seduta del Parlamento si è aperta con il saluto di Ardern, pronunciato in arabo: “as salaam aleikum”, la pace sia con voi. Ed è solo l'ultimo dei gesti di pacificazione nei confronti della comunità musulmana neozelandese, compiuti dalla premier 38enne. “Il killer affronterà la legge in tutto il suo rigore”, ha aggiunto.

Dal giorno dell'attentato Jacinda Arden è diventata la faccia composta ed empatica di un Paese intero. Si è presentata subito a Christchurch con una delegazione del governo, indossando un velo nero attorno alla testa in segno di rispetto per l'Islam. Ha promesso ai familiari delle vittime che il governo si farà carico di tutte le spese del funerale. “Noi rappresentiamo la diversità, la gentilezza, la compassione”, ha dichiarato. “Siamo una casa per coloro che condividono i nostri valori, un rifugio per chi ne ha bisogno. I nostri valori non devono cambiare per colpa dell'attacco”.


Si è scagliata contro Facebook, colpevole di non aver tolto con prontezza il video della mattanza girato con una telecamera GoPro dall'attentatore. Ha poi lanciato d'urgenza la riforma della normativa sulla detenzione di armi da fuoco. Entro dieci giorni il suo governo renderà noto il piano con le misure di intervento, che includerà molto probabilmente il bando sulle semiautomatiche simili-militari. Proprio come quelle utilizzate venerdì scorso da Tarrant, il suprematista Innominato.

Attacco moschee Nuova Zelanda, l'analisi commovente del giornalista musulmano: "Massacro su appuntamento"