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Cina e Italia sempre più vicine. Delegazione della Luiss a Pechino per collaborare con l'omologa cinese

L'incontro a Pechino 
Luiss e Renmin insieme per una più stretta collaborazione. Le due prestigiose università, italiana e cinese, hanno in progetto un prOgramma di doppia laurea e la costruzione di una biblioteca cinese a Roma
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PECHINO. La nuova Via della seta tra Cina e Italia, con le sue opportunità e le sue incognite, passa anche dalle università. Una settimana esatta dopo la visita del presidente Xi Jinping a Roma, durante la quale il nostro Paese ha aderito al suo discusso progetto infrastrutturale e geopolitico, una delegazione della Luiss è arrivata a Pechino per lanciare una collaborazione ad ampio spettro con la Renmin University, la storica Università del Popolo fondata nel 1937.

Tra i progetti congiunti a cui i due atenei lavoreranno nei prossimi mesi, secondo le intese siglate venerdì all’interno del campus di Renmin, ci sono un programma di doppia laurea in “Global management and politics”, la costruzione di una biblioteca cinese all’interno di quella della Luiss a Roma e scambi più serrati tra professori e ricercatori, per esempio sui temi della sicurezza informatica o della contrattualistica internazionale.


“L’università diventa sempre più il luogo della formazione di una generazione di professionisti cosmopoliti, una formazione che deve essere larga”, ha spiegato il rettore della Luiss Andrea Prencipe, a fianco al rettore della Renmin Liu Wei, economista e membro del comitato di politica monetaria della Banca centrale cinese. L’idea è che la partnership possa intensificare gli scambi nelle due direzioni.

Gli studenti all’estero cinesi, con le loro rette, stanno diventando una risorsa sempre più importante per le università occidentali: Luiss, che ha lanciato un piano di internazionalizzazione, ne ospita oggi una ventina, numero che vorrebbe aumentare. D’altra parte per l’università privata di Confindustria offrire agli studenti delle opportunità di scambio con gli atenei della seconda superpotenza economica globale è imprescindibile. Luiss e Renmin hanno diversi tratti in comune, tra cui quello di avere, nelle ovvie diversità, molti legami con la politica e un’attenzione particolare alle scienze sociali. «È la prima volta che vedo un accordo tra un ateneo italiano e uno cinese con un focus di questo tipo», ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, grande promotore dell’adesione italiana alla Via della seta, presente anche a questa firma.

Ma la centralità di discipline come diritto, relazioni internazionali e teoria politica è anche uno dei punti delicati dell’accordo. Le università cinesi infatti sono sempre di più parte integrante della grande macchina politica e di propaganda del Partito, messe sotto pressione per istituire dei corsi di studio sul pensiero di Xi Jinping e per dare una validazione scientifica ai suoi progetti politici, Via della seta compresa. Dall’altro il controllo nei campus della Cina, e di Pechino in particolare, si sta facendo di recente sempre più ossessivo, con studenti attivisti arrestati e professori liberali privati della cattedra per aver criticato il regime.


In questo contesto, alcuni atenei americani stanno rivalutando i loro rapporti di collaborazione con quelli cinesi. Dal 2006 Luiss ha chiuso 13 accordi di partnership con atenei cinesi, ma tra le migliori università della Cina, proprio per il suo focus sulle scienze sociali, Renmin è considerata una delle più vicine al Partito.Alcuni degli accordi siglati dalla Luiss nell’ambito di questa “partnership strategica” fanno in effetti suonare un campanello d’allarme. L’università romana diventa per esempio partner della Belt and Road publishing alliance, un’iniziativa ispirata dal potente Information office del governo cinese volta a promuovere “lavori accademici originali di influenza internazionale” sulla Via della seta. Ed è lo stesso Information office che patrocinerà la biblioteca cinese all’interno della Luiss.

Lecito domandarsi se ci sarà spazio anche per volumi critici. “Il rischio di essere strumentalizzati c’è sempre, con qualunque realtà”, dice Luigi Serra, vice presidente esecutivo della Luiss. “Starà a noi controllare che non si producano paper con punti di vista unilaterali. D’altra parte non possiamo isolarci, e credo che la circolazione di studenti, professori e idee porterà risultati insperati”.