Esteri

Libia, il governo italiano vara un gabinetto di crisi

Il premier Conte: sarà attivo fino a quando necessario. Telefonata con la Merkel, va avanti l'attività diplomatica. Haftar ordina raid aerei nelle zone di Tajoura e Zwara

1 minuti di lettura
Un gabinetto di crisi dedicato alla Libia: è la misura decisa dal governo italiano per seguire l’evolversi della situazione nel Paese. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha sottolineato che il gabinetto sarà attivo fino a quando la crisi libica non sarà rientrata. La struttura sarà a disposizione di tutti i Ministeri coinvolti in modo da consentire una gestione coordinata del dossier. La decisione è arrivata alla fine di una riunione in cui, oltre a Conte, erano presenti i ministri Enzo Moavero ed Elisabetta Trenta, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti e i vertici dei servizi.

Il premier ha parlato di Libia anche con la cancelliera tedesca Angela Merkel, in una lunga telefonata. E fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che continuano i contatti fra lo staff diplomatico del premier e le controparti di Usa e Francia. Parigi intanto nega di essere stata informata sull'offensiva di Haftar contro Tripoli. "Come i nostri partner, noi parliamo con tutte le parti in conflitto in Libia, per ottenere un cessate-il-fuoco. Noi non siamo stati avvertiti di una offensiva verso Tripoli, che abbiamo condannato dal momento in cui è stata lanciata", ha spiegato una portavoce del ministero degli Esteri, Agnès von der Mühll.

Sul terreno la situazione resta caldissima: l'aviazione di Khalifa Haftar ha effettuato alcuni raid sulle zone controllate dal governo di Fayez  Serraj, prendendo di mira fra l'altro un'accademia militare a Tajoura, nella periferia di Tripoli, e una caserma forse inutilizzata nella zona di Zwara, non lontana dagli impianti petroliferi di Melitah, gestiti dalla Libyan Oil Company e dall'Eni. Secondo fonti della compagnia, le attività estrattive vanno avanti regolarmente. Nella capitale, centinaia di manifestanti hanno sfilato nella piazza dei Martiri, gridando la loro rabbia contro il "traditore" Haftar, e anche contro la Francia.

Intanto la situazione umanitaria si aggrava: secondo il portavoce delle Nazioni Unite, Rheal Leblanc, sono già oltre 8mila le persone sfollate dall'inizio degli scontri intorno a Tripoli, metà delle quali negli ultimi due giorni.