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Libia, ministro del Qatar a Roma. E lunedì arriva braccio destro di Serraj: “Il mondo ci aiuti a bloccare la guerra di Haftar”

Il governo italiano invita il ministro degli Esteri qatariota Al Thani, uno dei principali alleati di Tripoli. Il vicepresidente del Consiglio libico Maitig vedrà Conte e Salvini. Sul terreno continuano i tentativi di assalto dei miliziani del generale al centro della città

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TRIPOLI – Mentre sul terreno attorno a Tripoli continuano i tentativi di assalto della milizia del generale Khalifa Haftar alla capitale, in Libia rimbalzano le voci delle diverse iniziative diplomatiche messe in piedi dall’Italia per fermare la battaglia.
 
Il governo italiano ha invitato a Roma il ministro degli Esteri del Qatar, un grande sostenitore del governo di Tripoli. Il ministro dovrebbe atterrare a Roma stanotte o domani, domenica. E immediatamente dopo, lunedì, arriverà a Roma il vicepresidente del Consiglio presidenziale del governo di Tripoli, Ahmed Maitig, uno dei leader politici che assieme al presidente Fayez Serraj e con il ministro dell’Interno Ft,hi Bishaga ha creato una sorta di “trumvirato” che in questi primi 10 giorni di guerra ha retto il governo di Tripoli.

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Vediamo innanzitutto il Qatar: Mohammed Al Thani è membro della famiglia reale dell’emiro Tamim Al Thani, e il suo paese di fatto è un alleato dell’Italia nell’azione diplomatica per fermare l’avanzata militare del generale Haftar verso Tripoli. Al Thani dovrebbe arrivare stasera o domattina, e incontrare il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: “Il tentativo è quello di frenare tutte le parti, bloccare l’offensiva militare di Haftar di convincere tutti a raffreddare qualsiasi opzione militare”, dicono fonti del governo a Roma. Il Qatar è il primo paese potenzialmente pronto a finanziare rapidamente la resistenza di Fayez Serraj all’attacco militare di Haftar (se non ha già iniziato a muovere fondi come ha fatto l’Arabia Saudita con Haftar).
Il ministro degli Esteri del Qatar Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani (afp)

Con le capacità militari della Turchia, altro grande alleato del governo di Tripoli, il Qatar potrebbe contribuire alla resistenza del governo Serraj, provocando però anche una escalation della guerra pericolosissima. “Il governo italiano vuole fermare l’avanzata di Haftar e riportare le parti dallo scontro perlomeno a un cessate-il-fuoco”, dicono fonti di governo a Roma.

Con il vicepresidente Maitig il discorso sarà diverso: il leader libico è parte di un governo riconosciuto dall’Onu che è vittima di un attacco militare, verrà a presentare le posizioni del suo governo a Roma, a incassare la solidarietà di Conte, del ministro degli Esteri Enzo Moavero e del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Salvini ha stretto un rapporto personale con Maitig da giugno del 2018, quando ha fatto la sua prima visita a Tripoli.
 
Il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico Ahmed Maitig con il vicepremier Matteo Salvini, lo scorso 31 ottobre 
Il vicepresidente libico proseguirà la sua missione in Germania e Gran Bretagna, due paesi europei che a differenza della Francia non hanno offerto sponde politiche e militari all’attacco di Haftar a Tripoli. La Gran Bretagna è stata la prima in Europa a denunciare come una follia e una illegalità l’attacco deciso mentre a Tripoli era appena atterrato arrivato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. E la cancelliera Angela Merkel è stata la prima leader europea a chiedere apertamente ad Haftar di fermarsi. Il vice-presidente ha due messaggi per i governi di Roma, Berlino e Londra: il mondo ci aiuti a fermate l’offensiva militare su Tripoli, una guerra civile prolugata distruggerà la Libia e provocherà instabilità nel Mediterraneo per anni.
 
Nel frattempo, attorno a Tripoli le battaglie sono riprese. I miliziani di Haftar attaccano a 15-20 chilometri dal centro della città, le esplosioni si avvertono forti e cupe anche dal lungomare, ma per il momento non ci sono scontri all’interno del comune di Tripoli Center. Il tentativo di Haftar è quello di riuscire a sfondare perlomeno in una delle direttrici lungo le quali è avanzato, la strada di Ain Zara, la strada che porta a Suani, a Ovest di Tripoli, o quella che dirige verso Azizia, a Sud. Se riuscisse a portare un nucleo di suoi miliziani all’interno di Tripoli le forze del presidente Serraj sarebbero costrette a rispondere scatenando una battaglia proprio all’interno della città.