Esteri

Chi era Lyra McKee, promessa del giornalismo e attivista gay uccisa dalla "Nuova Ira" a Derry

Lyra McKee, uccisa da una pallottola vagante nei disordini a Londonderry (ansa)
Aveva 29 anni e da reporter era a documentare le aggressioni dei dissidenti repubblicani nel quartiere di Creggan, in una delle città più tormentate dell'Irlanda del Nord. I suoi articoli, i suoi libri, il suo sorriso, le sue passioni, la sua lotta per i diritti lgbt. Fino al proiettile che l'ha uccisa la scorsa notte: "Nel mio Paese c'è una pace apparente", scriveva
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LONDRA. Quattro anni fa, Lyra McKee mise tutti in guardia in un articolo: “La pace in Irlanda del Nord che stiamo vivendo è un’illusione, i nostri genitori ci hanno sempre detto che saremmo stati la prima generazione senza la guerra civile. Ma il fatto che non ci sia ufficialmente una guerra non vuole dire che l’ombra dell’assassino armato abbia smesso di aggirarsi tra noi”. Una terribile profezia, la sua. Lyra è stata uccisa la scorsa notte, a (London)Derry, a 29 anni, da un colpo di pistola partito da un dissidente repubblicano della “New Ira" nel quartiere ultra-repubblicano di Creggan durante alcuni scontri con la polizia, poco dietro quello di Bogside famigerato per la strage del Bloody Sunday del 1972. 

Lyra McKee era una delle più promettenti giornaliste nordirlandesi. Nata a Belfast, sempre sorridente e solare, ha cominciato da piccola a scrivere del suo Paese e di quella pace apparente che tanto la spaventava. Forbes l’aveva inserita nella lista dei 30 giovani giornalisti britannici più appassionanti, e così Lyra aveva cominciato a scrivere per testate importanti come The Atlantic e Buzzfeed, unendo una bella scrittura al suo lavoro di reporter sempre sul campo per raccontare la “bella tragedia” dell’Irlanda del Nord, come la definiva lei. Alla sua età aveva già scritto diversi libri tra cui la novella “Angel with blue faces”, in uscita tra pochi giorni per un piccolo editore locale su un “cold case” avvenuto durante i Troubles (la guerriglia civile in Irlanda dagli anni Settanta in poi) e aveva già firmato un contratto per altre due opere con Faber & Faber: con questo importante editore, nel 2020 era prevista l’uscita di un altro libro sui Troubles, che forse verrà a questo punto anticipato.

Ma Lyra, subito definita “nuova stella del giornalismo investigativo” in Irlanda, era salita definitivamente alla ribalta nel 2014, quando scrisse un articolo online dal titolo “Lettera a me stessa quattordicenne”, in cui, con rara grazia, raccontava i suoi tormenti interiori da ragazza lesbica durante la sua adolescenza. Da quel momento, oltre a essere già un punto di riferimento nel giornalismo nordirlandese, è stata conosciuta in tutto il Paese anche per il suo attivismo per i diritti Lgbt e per il suo messaggio di vivere l’amore, di qualunque orientamento sessuale, con gioia e spensieratezza: il miglior modo, secondo lei, per rispondere a chi le diceva che la sua unione con la compagna Sarah Canning era da “pervertite”. Proprio Sarah oggi ha parlato in un commovente discorso alla folla riunitasi a Creggan: “Questo atto barbaro non oscurerà la stella dell’amore della mia vita”, ha detto ai presenti in lacrime, “Lyra continuerà a vivere tra tutti noi”. Non dimenticheremo mai quel sorriso onnipresente sul volto di Lyra, che da ieri sera purtroppo non c’è più.