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Sri Lanka, il governo accusa l'intelligence: "Ha nascosto informazioni deliberatamente"

(reuters)
"Qualcuno sta controllando questi alti funzionari", ha detto il ministro Kiriella in Parlamento. Il bilancio è salito a 359 vittime, identificati 8 dei nove kamizake: uno aveva studiato a Londra e in Uk, tutti avevano legami internazionali. Disinnescato un nuovo ordigno
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COLOMBO. L'accusa è di quelle che rischiano di destabilizzare l'intero apparato di sicurezza dello Sri Lanka, dopo le stragi di domenica che hanno provocato la morte di almeno 359 persone: alti funzionari dell'intelligence avrebbero "deliberatamente" nascosto informazioni sui possibili attacchi.

Il ministro srilankese Lakshman Kiriella l'ha detto al Parlamento mercoledì: "Alcuni alti funzionari dell'intelligence nascondevano le informazioni dell'intelligence in modo intenzionale: le informazioni erano lì, ma i massimi responsabili della sicurezza non hanno intrapreso azioni appropriate".

Già ieri il presidente Maithripala Sirisena aveva accusato i vertici della sicurezza di non aver condiviso con lui le informazioni in loro possesso annunciando un cambio radicale alla guida dell'intelligence e delle forze dell'ordine. Ma il ministro Kiriella ha lasciato intendere che possa esserci stato qualcosa di più di un deficit di comunicazione. "Qualcuno sta controllando questi alti funzionari dell'intelligence", ha detto. "Il Consiglio di sicurezza sta facendo politica, dobbiamo indagare su questo."


Sarath Fonseka, ex capo dell'esercito e ministro dello sviluppo regionale, ha spiegato al Parlamento che secondo lui gli attacchi "devono essere programmati da almeno 7-8 anni".

Nel Paese intanto l'allerta resta alta, ancora mercoledì mattina è stata disinnescata un'altra bomba e il governo ha avvisato la popolazione che potrebbero esserci nuovi ordigni pronti ad esplodere. I sospetti arrestati in relazione agli attentati sono circa 100, dice l'agenzia Reuters. Dei nove kamikaze entrati in azione, 8 sono stati identificati: uno di loro aveva studiato in Gran Bretagna e poi si era specializzato in Australia, ma la gran parte di loro aveva legami internazionali avendo vissuto o studiato all'estero.

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"Molti di loro sono ben istruiti e provengono dalla classe media o medio-alta, quindi sono finanziariamente abbastanza indipendenti e le loro famiglie stabili dal punto di vista economico e questo è un dato preoccupante. Alcuni di loro credo avessero studiato in vari altri Paesi, con una laurea, quindi persone abbastanza istruite", ha riferito Ruwan Wijewardene, sottosegretario alla difesa, in un briefing con la stampa, a Colombo.

Dalle indagini, a cui collabora anche l'Fbi, è emerso che ci sono due fratelli musulmani tra i kamikaze: erano figli di un ricco commerciante di spezie di Colombo e si sono fatti esplodere in due grandi hotel della capitale, mentre gli ospiti erano in fila per la colazione. I due, le cui identità non sono ancora state rese note, avevano meno di trent'anni e gestivano una "cellula terroristica familiare".