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Libia, il "pellegrinaggio" di Serraj in Europa: "Aiutateci a fermare l'aggressione di Haftar"

Il premier Giuseppe Conte con il Capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli (ansa)
Il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli in Italia; in Germania e Francia con Merkel e Macron. Sul terreno l'assalto militare del generale di Bengasi di fatto si è arenato. Abbattuto un aereo del governo di Tripoli, il pilota sarebbe un cittadino portoghese
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Un vero pellegrinaggio per chiedere conto all’Europa del mancato appoggio al suo governo, quello riconosciuto dalle Nazioni Unite ma di fatto abbandonato di fronte all’attacco militare del generale Khalifa Haftar. È questo il senso del viaggio che il presidente libico Fayez Serraj ha avviato oggi a Roma e Berlino, e che domani proseguirà a Parigi, la tappa più delicata.

L’Italia, che dovrebbe essere il Paese più vicino al governo di Tripoli, fino ad oggi ha continuato a manifestare sostegno, ma ha sempre tenuto aperta la porta ad Haftar, che a rigor di logica (e di leggi internazionali) è un aggressore. È l’attaccante che alla vigilia di una conferenza Onu già fissata per il 14 aprile a Ghadames, ha colpito a sorpresa la capitale della Libia, provando a farci entrare i suoi miliziani.

Al termine dell’incontro di stamattina con Giuseppe Conte Serraj ha fatto pubblicare una nota sul sito della presidenza libica; sostiene di aver “lodato la posizione dell'Italia che è molto chiara nel condannare l'aggressione contro Tripoli" di Haftar.

Non è così, perché anche l’Italia che comunque è iscritta fra i paesi più lontani da Haftar, non ha condannato con chiarezza la sua offensiva. Serraj continua a lodare le "relazioni speciali che legano l'Italia alla Libia", elogia il "contributo umanitario" fornito dall'Italia durante la guerra mossa dal governo di Tripoli "contro il terrorismo a Sirte e in altre città", il "sostegno" italiano alla guardia costiera e il suo "efficace contributo per affrontare l'impatto dei problemi dell'immigrazione clandestina".

Anche a Berlino Serraj ha ricevuto incoraggiamenti formali, ma neppure il governo tedesco ha espresso con forza una condanna dell’attacco di Haftar a Tripoli. “Non è Haftar ad essere forte”, dice un funzionario che lavora con Serraj, “sono i suoi alleati Egitto, Russia, Emirati, Arabia saudita e anche Stati Uniti ad essere forti…”.

Nel frattempo dalla linea del fronte arriva la notizia dell’abbattimento di una aereo da caccia che operava per contro del Gna di Tripoli. L’aereo è stato abbattuto a sud di Tripoli, nella zona di Al Hira, vicino Gharian. Il pilota sarebbe stato catturato dalle forze di Haftar, che hanno diffuso la sua identità: si tratterebbe di un ufficiale di origine portoghese. Su alcuni siti vicini alle forze di Haftar sono state pubblicate immagini del pilota. In una foto si vede l'uomo, con il volto e la maglia insanguinati, seduto con intorno alcuni militari.

Un'altra foto ritrae lo stesso pilota catturato a torso nudo dopo aver ricevuto cure mediche. Una terza foto mostra quelli che vengono presentati come i rottami dell'aereo abbattuto. Il sito “Libyan Address” pubblica un video in cui il pilota risponde alle domande di una voce fuori campo sostenendo di chiamarsi Jimmy Reiss, di avere 29 anni e di essere di nazionalità portoghese.