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Razzismo

"Londra non è più una città inglese": quando Monty Python fa piangere anziché ridere

John Cleese, simbolo della commedia, accusato di razzismo per un commento pro-Brexit - dai Caraibi.

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"Londra non è più una città inglese". Lo ha detto John Cleese, membro del gruppo Monty Python, che per decenni ha fatto ridere con surreale intelligenza l'Inghilterra. Ma stavolta, invece che ridere, la sua battuta fa piangere. O meglio, suscita sdegno.

Il 79enne attore britannico ha fatto il suo commento per lamentarsi dell'eccessiva presenza di stranieri sotto il Big Ben. Da sempre schierato a favore della Brexit, Cleese riconosce in realtà un dato di fatto: circa metà della popolazione della capitale è composta di immigrati. A lui non piacciono, anche per questo è andato vivere ai Caraibi (oltre che, forse, per ragioni fiscali).

La risposta migliore gliel'ha data un editoriale dell'Evening Standard: "Londra è stata fondata dagli italiani, vabbé, dai Romani, consolidata da normanni e sassoni, resa grande da generazioni di stranieri. La sua forza è essere una metropoli globale. Considerarlo un difetto, per di più dai Caraibi, non è degno dell'umorismo dei Monty Python". Altri lo accusano esplicitamente di razzismo.

A me viene in mente la cerimonia in cui è stata concessa la cittadinanza britannica a mio figlio, quando il sindaco di Camden ha ricordato il contributo dei tanti stranieri che hanno vissuto in questo quartiere, Marx e Freud per citarne un paio, e una lettera del ministro degli Interni, all'epoca Amber Rudd, dava il benvenuto al nuovo cittadino, da qualunque paese provenisse. Questo, per parafrasare Monty Python, è "il senso della vita". Non la vergognosa battuta di un comico che ha fatto bene ad andare in pensione.

Per fortuna a rimediare ci ha pensato Elton John, che dal palco del suo concerto di Verona ha dichiarato: "Sono stufo della Brexit e di tutte le sciocchezze che propaga. Sono un europeo, non un inglese idiota e imperialista".