Politica

Migranti, sfida a Salvini. Trenta:"La strada non è chiudere". Di Maio: "Non si può bloccare nave italiana"

La ministra Elisabetta Trenta al termine del vertice di ieri a Palazzo Chigi sui migranti (ansa)
La ministra della Difesa rilascia un'intervista ad Avvenire. Il segretario di Stato Parolin: "La chiusura non è la soluzione". Il capo del Viminale rivendica: "Con me 21mila sbarchi in meno". Conte: "Da immigrazione rischio arrivo di foreign fighter"
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ROMA - La linea dura di Matteo Salvini sui porti chiusi agita il governo. E non solo. Stavolta è Elisabetta Trenta, in un'intervista ad Avvenire, a utilizzare parole che suonano come una sfida al Viminale: "La strada non è chiudere i porti", afferma. E in mattinata a La7 anche Luigi Di Maio precisa la sua posizione: "Non vorrei un altro titolo contro ministro dell'interno. Non è immaginabile che noi chiudiamo i porti ad una nave italiana, ma condivido tutte le perplessità su quanto accade nel Mediterraneo".

"Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo - dice Trenta - l'apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità". La ministra della Difesa avverte Salvini e l'ala intransigente del governo: "L'Italia non si gira dall'altra parte. Non l'ha fatto e non lo farà. C'è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra. E il diritto di arrivare e trovare un lavoro. Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata". Sul tema, nel corso della giornata, interviene anche il Vaticano con una presa di posizione del segretario di Stato Pietro Parolin: "La chiusura non è la soluzione, ci siamo già espressi e lo ribadiamo. Dei migranti abbiamo parlato anche nel pranzo con il presidente Mattarella", ha detto. Il capo dello Stato, infatti, ha incontrato oggi i cardinali nominati nell'ultimo Concistoro, guidati proprio da Parolin.

(lapresse)

Dopo la riunione che si è tenuta in mattinata fra Salvini e il premier Conte, in vista del vertice Ue dei ministri dell'Interno previsto per domani a Innsbruck sul tema migranti, il vicepremier risponde: "Grazie al lavoro fatto, da quando sono ministro, ci sono dati buoni sugli sbarchi: 21 mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma non mi accontento, voglio fare ancora meglio". E aggiunge: "Con Conte c'è una linea comune: rafforzare la sicurezza dei cittadini cittadini italiani, ponendo al centro del dibattito europeo il fatto che non possiamo essere lasciati soli".  In merito ai migranti della nave Diciotti, che sbarcheranno a Trapani, Salvini aggiunge: "Se c'è gente che ha minacciato e aggredito non finirà in un albergo ma in galera".

Su questo interviene Roberto Saviano, rivolgendosi al ministro della Giustizia Bonafede. Salvini - dice Saviano - "chiede l'arresto per persone le cui vicende non sono ancora state valutate da nessun magistrato e, in casi come questo, di arresti si occupa la magistratura che è sottoposta solo alla legge e che non deve 'garanzie' a nessuno, neanche al ministro degli interni. Allora mi domando: ma il ministro Bonafede, ministro della giustizia, quindi colui il quale dovrebbe far rientrare salvini nei ranghi, non ha nulla da dire?"
Da parte sua, il presidente del Consiglio, sebbene preoccupato dalla linea disomogenea che ha portato ieri ad una frizione tra il capo del Carroccio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sul tema degli approdi per la Guardia costiera, si è detto soddisfatto dell'incontro avuto con Salvini. E, al suo arrivo al vertice Nato a Bruxelles, ha sottolineato come "le minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo sono molto significative. Dalla stessa immigrazione potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighter".

 
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