Politica

Roberto Saviano, indagato per diffamazione. Lo scrittore a Salvini: "Non indietreggio, mai avuto paura"

Lo scrittore Roberto Saviano e il ministro dell'Interno Matteo Salvini (ansa)
L'autore di Gomorra iscritto nel registro: "Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero". La procura di Roma: "Un atto dovuto". Il ministro: "È il minimo, non ritiro la denuncia"
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ROMA - Lo scrittore Roberto Saviano è indagato dalla procura di Roma per il reato di diffamazione in relazione alla denuncia presentata dal ministro degli Interni, Matteo Salvini, il 19 luglio scorso. In base a quanto si apprende l'iscrizione viene definita come "atto dovuto". "Affronterò la querela del Ministro della Mala Vita a testa alta - dichiara lo scrittore - Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero. Non indietreggio di un passo nella critica al suo operato. Io non ho paura, non ne ho mai avuta.

Solidarietà a Saviano arriva dal mondo politico. "Grazie a protagonista di un risveglio civile dell'Italia a difesa della legalità" twitta Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio.


Nella denuncia Salvini fa riferimento ad una serie di affermazioni fatte da Saviano nelle ultime settimane che, a suo dire, sono "lesive della sua reputazione e del ministero dell'Interno stesso". Nell'atto depositato in questura a Roma, il ministro cita alcuni giudizi espressi dallo scrittore con video e post su Facebook. In particolare il 21 giugno l'autore di Gomorra ha definito Salvini come "ministro della malavita", aggiungendo: "le mafie minacciano. Salvini minaccia".

Salvini, interpellato dai giornalisti alla Camera, ha detto che non ritirerà la querela nei confronti di Saviano.  "Ma ci mancherebbe altro", ha detto. Quindi ha aggiunto: "È indagato? Mi sembra il minimo. Io adoro la critica, ma un conto è la critica, un altro darmi del mafioso. Se qualcuno mi dà dell'assassino ne paga le conseguenze, quella non è critica politica, quello è insulto. Spero che ci sia un giudice che rapidamente riconosca che qualcuno ha sbagliato. Poi a me non interessano i soldi di Saviano, se me ne venisse in tasca una lira, la devolvo in beneficenza. Però è giusto che qualcuno si prenda le responsabilità di quello che dice".

"Quale messaggio vuole trasmettere un ministro dell'Interno denunciando uno degli scrittori italiani più conosciuti nel mondo per essere in prima fila - da anni - nella lotta alla camorra e alle mafie ?" Lo scrive in una nota il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. "Salvini - aggiunge Fornaro - si ricordi di essere il ministro dell'Interno e non solo il segretario del suo partito e ritiri questa denuncia sbagliata e pericolosa contro Saviano, a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Nella lotta alla criminalità organizzata lo Stato non può permettersi di dare segnali di questa natura nei confronti di uno dei maggiori simboli della quotidiana battaglia per la legalità e contro la criminalità organizzata", conclude il capogruppo di Leu.

Intanto continuano a giungere adesioni e sostegno all'appello dello scrittore a "rompere il muro del silenzio" e far sentire il proprio dissenso per far sapere - dice Saviano - "che ciò che accade in questo Paese non ci sta bene".

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