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Pd, Di Maio dà forfait: non sarà alla festa dell'Unità

La motivazione ufficiale del rifiuto è quella di un possibile viaggio all'estero. Una scusa, secondo i dem. Per ora ancora aperto l'invito a Toninelli

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Luigi Di Maio dice di no al  Pd e dà forfait alla Festa dell'unità. Sembrava quasi fatta e il vicepremier era atteso alla Festa nazionale dell'Unità di Ravenna. Ma oggi ha fatto sapere di non potere più andare. Andrea De Maria, organizzatore dei dibattiti politici della Festa, commenta: "Di Maio ha rifiutato il confronto. Ufficialmente per un possibile viaggio all'estero il vicepresidente si è detto non disponibile a partecipare al dibattito a Ravenna. Ne prendiamo atto. Ma abbiamo l'impressione che non sia gradito un confronto con un nostro esponente autorevole che avevamo pensato sui temi del lavoro e del decreto dignità, che lunedì si vota alla Camera". Insomma una scusa, secondo il Pd.


I Dem avevano immaginato un confronto tra Di Maio e il suo predecessore al ministero dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che era pronto a farlo. Oppure con Teresa Bellanova, la ex viceministra allo Sviluppo per parlare di un altro tema scottante: il dossier Ilva. Per ora ancora aperto è l'invito al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli alla festa dell'Unità di Bologna. I Dem sperano che non si sottraggano per parlare di una questione assai sentita, quella del passante di mezzo.

Il segretario Dem Maurizio Martina oggi in un post su Facebook ha invitato Di Maio a rispondere pubblicamente sul decreto dignità non tanto al Pd ma ai lavoratori che stanno perdendo il lavoro per via delle nuove regole e della reazione delle imprese. "Venire alla Festa sarebbe stata una occasione per cominciare a farlo. Ovviamente non avremmo consentito un comizio in solitario", spiega De Maria.

L'invito a Di Maio aveva suscitato uno scontro nel partito. Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo, aveva suggerito di chiamare Tito Boeri piuttosto, presidente dell'Inps sotto attacco del governo gialloverde. Nel Pd era cresciuta la protesta di chi minacciava di disertare una Festa dell'Unità con "l'amico di Salvini". Contestazioni smorzate dal chiarimento: nessuno viene alla Festa nazionale se non per un confronto, non ci saranno passerelle.




 
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