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Milleproroghe, sindaci in rivolta per fondi tolti alle periferie. Replica del governo: "Assurdo, abbiamo liberato soldi per i Comuni"

L'aula del Senato durante l'approvazione del Milleproroghe (lapresse)
I dem contro il congelamento del piano per riqualificare le aree più difficili delle città. Interviene anche Gentiloni: "Follia togliere soldi per ripicca politica". Sala: "Si scredita buona idea". Carfagna (Fi): "Robin Hood al contrario". Il viceministro Garavaglia: "Finora non era stato speso neppure un euro". Un caso il voto del Pd al Senato
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ROMA - "Lo stop di Lega e M5s al bando periferie dei governi Renzi e Gentiloni, per riqualificare le aree più difficili delle nostre città, è uno schiaffo ai cittadini e un danno ai Comuni". A far scoppiare il caso - con questa dichiarazione - è stato un gruppo di deputati del Partito democratico. "Nel silenzio degli emendamenti del decreto Milleproroghe - questa la denuncia - il governo di Salvini e Di Maio blocca il primo intervento di carattere strutturale per mettere mano alle periferie italiane. Un piano per cui 120 Comuni e Città metropolitane hanno ricevuto fondi per poter intervenire in situazioni come Corviale a Roma, Scampia a Napoli, l'hinterland milanese". In poche ore esplode la polemica. E interviene anche l'ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: "L'ossessione di smontare le decisioni dei governi precedenti ora prende di mira le periferie. Togliere i soldi alle città per ripicca politica sarebbe una follia".


Nicola Zingaretti, governatore del Lazio: "Vergogna, un taglio da due miliardi di euro". Giuseppe Sala, sindaco di Milano: "Si scredita una buona idea, è un brutto segnale. Ma non fermeremo i progetti già avviati". Il primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, parla di un atto "grave e incomprensibile che danneggia i Comuni che hanno programmato".


I dem in realtà denunciano il congelamento per due anni di un programma da 2 miliardi di euro nelle stesse ore in cui il governo celebra l'uscita dall'austerità e investimenti per i Comuni: "Con un nostro emendamento nel Decreto Milleproroghe - replica la viceministra M5S all'Economia Laura Castelli - abbiamo liberato un miliardo per gli investimenti dei Comuni, invertendo la rotta rispetto ai disastri del Partito Democratico. I vincoli di bilancio imposti dal Pd in questi anni hanno infatti impedito ai sindaci di utilizzare gli avanzi di amministrazione accumulati negli esercizi precedenti. È ridicolo che gli attacchi a un provvedimento che ridà finalmente respiro agli Enti locali vengano proprio da chi ha attuato queste scellerate politiche di austerity".

Chi ha ragione? Con il Milleproroghe - approvato in Senato e che a settembre arriverà alla Camera - in effetti sono stati sbloccati 140 milioni di euro per il 2018, 320 milioni per il 2019, 350 milioni per il 2020 e 220 milioni per il 2021. Per i democratici si tratta però di uno scippo di risorse, di uno spostamento di soldi già previsti. Risorse strappate al piano periferie? "Con il Milleproroghe i soldi vengono dati a tutti i Comuni e non solo a pochi", rivendica rispondendo a Repubblica il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia. "Sono poi i Comuni che potranno decidere come spenderli secondo il principio dell'autonomia". "E aggiunge: "Lo sa quanto era stato speso finora? Zero euro. E noi avevamo un'esigenza impellente di sbloccare quei soldi". Quanto ai fondi per le periferie, per Garavaglia si tratta solo di una "riprogrammazione, se ci sono buoni progetti verranno ampiamente recuperati nei prossimi anni".

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile enti locali del Pd, contesta questa impostazione: "Soldi non spesi? Centinaia di migliaia di euro sono già stati impegnati da molti Comuni, tra cui il mio, per promuovere i progetti esecutivi. Aver pensato di spostare il  piano di due anni significa bloccare le procedure e non portare a casa qualcosa di veramente destinato alle periferie. Si rischia di produrre un danno erariale. Ci sono 94 Comuni già mobilitati contro la sospensione del bando". Ma nel Milleproroghe ci sono soldi per gli investimenti dei Comuni, in parte già disponibili nel 2018. Non potreste utilizzarli? "Sono meno soldi", risponde Ricci. "Sono 140 milioni per il 2018. E comunque si tratta di un avanzo di amministrazione. Hanno fatto il gioco delle tre carte con fondi già stanziati, spacciandolo per un grande successo".

Il presidente dell'Anci, Antonio Decaro, prova a mediare: "Nel Milleproroghe si coglie un segnale positivo, con la procedura per sbloccare gli avanzi di amministrazione ma la sospensione del bando periferie è preoccupante. Ci sono Comuni che hanno avviato attività di progettazione o addirittura le gare. Dal governo pretendiamo chiarezza". Ma poi avverte: "Siamo pronti a una diffida nei confronti di Palazzo Chigi". Ad attaccare il governo è anche Forza Italia, con la vicepresidente della Camera Mara Carfagna: "Come Robin Hood, ma al contrario: il governo toglie ai poveri per dare ai ricchi. Lo sblocco degli avanzi di amministrazione dei Comuni virtuosi deciso col Milleproroghe  è una misura positiva, ma è paradossale che venga realizzata bloccando il piano periferie da 2,1 miliardi.

Intanto scoppia il caso del voto Pd sulla norma incriminata. A sollevare la protesta sono stati i deputati mentre al Senato il voto era avvenuto all'unanimità, cioè con il consenso anche dei dem. "Non me lo spiego", attacca il sindaco di Firenze Dario Nardella. E i senatori Pd Alan Ferrari e Stefano Collina diramano una nota per spiegare: "Il testo è involuto e formalmente assegna nuove risorse ma se le intenzioni del governo sono truffaldine faremo di tutto per cambiare il provvedimento". Insomma, alla Camera a settembre l'atteggiamento sarà diverso.









 
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