Politica

Diciotti, Salvini: "Inchiesta boomerang, non voglio l'immunità. Migranti schizzinosi sull'Albania"

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini (lapresse)
Il ministro dell'Interno ancora all'attacco sugli immigrati: "Scappano dalla guerra e vogliono scegliere dove andare". E sui magistrati: "Faremo la separazione delle carriere". In imbarazzo i vertici 5Stelle, tanto più che Forza Italia si schiera compatta con il leader leghista (anche Tajani dopo Berlusconi). Parte la battaglia tra i due alleati sui provvedimenti simbolo
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ROMA. Difendere Matteo Salvini, indagato per il caso Diciotti, senza attaccare i magistrati. È il compito ingrato toccato nelle ultime ore a Luigi Di Maio, vicepremier e leader di un Movimento un tempo implacabile con i politici colpiti anche solo da un avviso di garanzia. Una sfida resa ancora più difficile proprio da Salvini che continua a lanciare attacchi sia sulla giustizia che sull'immigrazione.

Salvini: "Migranti fuggono dalla guerra ma schizzinosi sull'Albania"
Salvini se la prende con il presidente dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione, postando una sua intervista a Repubblica.it. "Per il presidente di quest'associazione per portare immigrati della Diciotti in Albania occorre il loro consenso, altrimenti sarebbe allontanamento coatto. Dicono che scappano dalla guerra e fanno gli schizzinosi. Delirio".


Intanto, continua a rilanciare la sfida ai magistrati. Si scaglia contro l'inchiesta: "Sarà un boomerang per i pm. Sono stati solidali con me tanti giudici, oltre che tanti politici". E ancora: "Siamo pronti a riformare la giustizia. Affronteremo la separazione delle carriere e il correntismo della magistratura". Ieri si era fatto fotografare con una pinta di birra e il messaggio provocatorio scritto sui social. "Un brindisi a chi indaga, insulta o ci vuole male". Poi è tornato ad attaccare il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio: "Qualche mese fa diceva che il rischio di terroristi a bordo è alto. Ha cambiato idea?".

L'imbarazzo di Di Maio e Bonafede. Fi contro i magistrati
Di Maio prova ancora a barcamenarsi, nella difesa contemporanea di Salvini e dei magistrati. Ripete che l'inchiesta contro Salvini è un atto dovuto, che le scelte del governo sono condivise. Che c'è "una bella differenza tra un politico indagato per un atto dovuto e gli eletti del Pd indagati per corruzione, concussione e istigazione a delinquere". E aggiunge: "Quando sarà il momento lo spiegheremo ai giudici con i quali non ci vogliamo certamente mettere in contrapposizione. Sono logiche del passato che non ci appartengono e dalle quali prendiamo le distanze". Un guaio, però, per lui la presa di posizione di Silvio Berlusconi che ha difeso il quasi ex alleato leghista non lasciandosi scappare l'occasione per attaccare la magistratura. Oggi al Cavaliere si è aggiunto il numero due del partito, Antonio Tajani: "Non si può processare una linea politica", ha detto. Il rischio, per i grillini, è di trovarsi schiacciati sulle posizioni di Forza Italia. Anche il ministro della Giustizia, il 5 Stelle Alfonso Bonafede, ha mostrato imbarazzo: "La magistratura può essere criticata ma mai offesa", sono state finora le sue parole. Troppo poco per i magistrati, come dimostra l'intervista a Repubblica di Francesco Minisci, presidente dell'Anm.


L'inquietudine dell'ala M5S vicina a Fico
Il problema per Di Maio è ora l'ala del Movimento più vicina a Fico. Tante, nelle ultime ore, le dichiarazioni di attacco a Salvini: da Paola Nugnes a Luigi Grillo, da Aldo Penna a Elena Fattori. E poi ci sono gli esponenti siciliani, che vivono con disagio le dichiarazioni contro il procuratore di Agrigento: "Non ho dubbi sul fatto che abbia condotto le indagini con imparzialità", dice il capogruppo in Consiglio comunale a Palermo Ugo Forello. E le critiche della Chiesa, intervenuta per l'accoglienza dei migranti a bordo della Diciotti commentando però, con il portavoce Cei: "Non si può fare politica sulla pelle dei poveri".

La previsione di un "autunno caldissimo"
"Sarà un autunno caldissimo", ha detto ieri Di Maio presentando il governo gialloverde come sotto assedio. Di sicuro sullo sfondo resta la sfida tra i due alleati. Con i 5Stelle che dovranno provare a non farsi schiacciare troppo dalla propaganda leghista sui migranti. Di Maio in queste ore ha rilanciato due misure simbolo per i 5Stelle: il ddl anticorruzione con l'introduzione del Daspo per i corrotti e la legge sul taglio alle pensioni d'oro. Due provvedimenti che il M5S vuole portare in Parlamento a settembre, accelerando anche sul reddito di cittadinanza. Mentre Salvini affila le armi sul pacchetto sicurezza. Entrambi, comunque, mantengono toni bellicosi nei confronti dell'Unione europea. E incassano peraltro severi moniti dall'Ue. Dal commissario al Bilancio Oettinger che dice: "Dall'Italia un contributo di 20 miliardi? Una farsa". A Berlino che ricorda, con il portavoce di Angela Merkel,  che il finanziamento al bilancio Ue è previsto dai trattati.
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