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Libia, Conte e Salvini: "No a interventi militari". Il ministro dell'Interno: "C'è dietro qualcuno". E attacca la Francia

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini (ansa)
Sul caos a Tripoli prima l'allarme di Palazzo Chigi, poi il discorso del vicepremier leghista. "Qualcuno ha fatto una guerra che non si doveva fare", dice. E ancora una volta prende di mira Macron. Contro il ruolo di Parigi anche il presidente della Camera, Roberto Fico, e la ministra della Difesa Trenta
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ROMA. Prima Palazzo Chigi che interviene con una nota "per smentire categoricamente la preparazione di un intervento da parte di corpi speciali italiani in Libia" ed esprime "preoccupazione e l'invito a cessare immediatamente le ostilità". Poi il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che parla dopo il Consiglio dei ministri per dire: "Escludo interventi militari che non risolvono nulla. E questo dovrebbero capirlo anche altri". La situazione in Libia agita la politica italiana. In particolare preoccupa il caos a Tripoli dove, a seguito degli scontri degli ultimi giorni è stato proclamato lo stato d'emergenza e dove, sebbene sia rimasta aperta l'ambasciata italiana, alcuni nostri concittadini sono stati evacuati.

Ma il leader leghista individua anche una precisa responsabilità politica dietro la crisi libica. "Chiedete alla Francia", dice lasciando Palazzo Chigi, rispondendo ai cronisti che gli chiedono se alla luce della situazione attuale non si sia pentito di aver definito la Libia un porto sicuro. "Sono preoccupato, penso che dietro ci sia qualcuno. Qualcuno - ha aggiunto - che ha fatto una guerra che non si doveva fare, che convoca elezioni senza sentire gli alleati e le fazioni locali, qualcuno che è andato a fare forzature, a esportare la democrazia, cose che non funzionano mai. Spero - ha concluso - che il cessate il fuoco arrivi subito".

"L'Italia - dice Salvini - deve essere la protagonista della pacificazione in Libia. Le incursioni di altri che hanno altri interessi non devono prevalere sul bene comune che è la pace". Salvini esprime "massimo sostegno alle autorità libiche riconosciute, il ringraziamento degli italiani alla guardia costiera libica che sta continuando a fare positivamente il suo lavoro" e, aggiunge, "speriamo di tornarci il prima possibile. Anch'io sono disposto a correre qualche rischio e tornarci il prima possibile perché è troppo importante una Libia finalmente pacificata".

Un atto d'accusa nei confronti della Francia arriva anche dal presidente della Camera, Roberto Fico, intervenuto alla Festa dell'Unità a Ravenna: "La Francia ci ha lasciato questa situazione dopo essere andata unilateralmente in Libia e oggi siamo sull'orlo di una nuova guerra civile". Linea sposata dalla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta: "Certo, è innegabile che oggi il Paese si trova in questa situazione perché qualcuno, nel 2011, antepose i suoi interessi a quelli dei libici e dell'Europa stessa. Ma ora bisogna remare tutti insieme per il bene e la pace del popolo libico". Pd e Leu, intanto, chiedono che il governo riferisca in Parlamento.


 
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