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Salvini frena sui giudici: "Nessun golpe giudiziario, vado avanti"

(ansa)
Dopo l'avviso di garanzia e l'attacco alla magistratura, il vicepremier leghista innesta la retromarcia: "Non sono sopra la legge, rispetto i giudici". Tensione con il M5S, nella notte chiarimento con Di Maio. E Bonafede apprezza: "Bene che abbia precisato"
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"Non c'è nessun golpe giudiziario. Ci sono delle inchieste, spero che facciamo bene e facciano in fretta". Il giorno dopo il violento attacco alla magistratura, il vicepremier Matteo Salvini - indagato per sequesto di persona in relazione alla vicenda Diciotti - frena la controffensiva contro i giudici. "Rispetto il lavoro di tutti", ha precisato a margine del Forum di Cernobbio: "Non mi tolgono il sonno: vado avanti a lavorare per fare quello che gli italiani mi chiedono di fare" ha aggiunto. Anche perché "conto di fare per almeno 5 anni il lavoro di ministro dell'Interno, senza essere considerato un assassino o un rapitore". Cautela frutto dell'altolà lanciato dall'altra metà della mela gialloverde, il grillino Luigi Di Maio, che in un incontro notturno gli ha detto chiaramente che "i magistrati vanno rispettati".

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Stop quindi allo scontro frontale che aveva subito provocato la reazione dei grillini, in forte imbarazzo per la sortita in stile berlusconiano dell'alleato. "Non si può pensare di far tornare l'Italia alla Seconda Repubblica" aveva avvertito a caldo il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E il chiarimento a tarda sera con Di Maio, deve aver ridotto il leader del Carroccio a più miti consigli. E' lo stesso vicepremier 5S a raccontarlo su Facebook, dopo l'indiscrezione pubblicata da Repubblica: "Quando siamo contrari, noi alla Lega lo diciamo. Io ieri a Salvini gliel'ho detto che non deve attaccare i magistrati, perchè sono gli stessi magistrati che arrestato i corrotti, i mafiosi e gli scafisti. E di questo siamo contenti. Allo stesso modo, si rispettano quando ci indagano, anche perchè la scelta politica sulla nave Diciotti l'abbiamo presa tutti insieme". Una frecciata lanciata durante una lunga diretta social, nel corso della quale il capo politico del Movimento ha aperto una busta gialla e, dopo aver precisato che non si tratta di una "bustarella", ha aggiunto sornione: "Io non apro buste delle Procure...". Chiaro riferimento al disvelamento del plico della Procura fatto da Salvini nel collegamento Facebook del giorno prima. 

La frenata di Salvini non è stata dunque dettata dal caso o da una improvvisa resipiscenza. "Aspetto con grande rispetto, celerità e curiosità le sentenze e i giudizi che mi riguardano" aveva infatti scandito il ministro dell'Interno a Cernobbio, prima di affrontare i temi legati alla manovra economica. "E siccome non sono sopra la legge, sono disposto ad andare a Palermo a piedi per spiegare come e perché sto combattendo l'immigrazione clandestina". Ma "se sono un sequestratore ne trarrò le conseguenze", ha concluso, "penso di essere un esecutore di quello che mi chiede il popolo italiano".

Parole che suonano come un gesto di pace soprattutto nei confronti dei Cinquestelle. Il prezzo richiesto dagli alleati per scongirare l'ennesimo scontro interno al governo su un punto, la difesa della legalità, sul quale Di Maio & Co. non vogliono e non possono abdicare.  E infatti: "Mi fa piacere che Salvini abbia precisato che c'è il massimo rispetto per la magistratura" ha detto a stretto giro il ministro della Giustizia Bonafede ospite a "L'intervista" di Maria Latella su Sky Tg24, . "Il mio non era un attacco a Salvini, ma una precisazione" ha scandito. "Un ministro ha il diritto di dire che un magistrato sta sbagliando, ma dire che un magistrato sta sbagliando perchè è di destra o sinistra è errato. Non credo che Salvini voglia questo, che riporterebbe l'Italia al passato e sono sicuro è d'accordo con me".

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