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Vicenza, Salvini: "Immigrato ammalato in fuga, così torna la tubercolosi". Ma la prefettura: "Nessun rischio"

Il leader leghista lancia l'allarme partendo da un caso avvenuto a Sandrigo, nel Vicentino. Il viceprefetto vicario: "Protocollo rispettato, non c'è nulla da temere". Leu: "Ministro delle bufale"

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È un chiodo fisso, da anni, delle campagne elettorali leghiste: i migranti portano le malattie infettive. E oggi, nei panni di ministro dell'Interno, Matteo Salvini - nel giorno in cui il premier Conte riferisce in Parlamento sul caso Diciotti - è tornato ad alimentare l'allarme con un post su Facebook. L'ha fatto commentando le dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, sulla fuga di un immigrato malato da una struttura di accoglienza profughi a Sandrigo, in provincia di Vicenza. "Immigrato malato e in fuga, forse inconsapevole della gravità della sua condizione. Quanti casi come questo? Purtroppo la tubercolosi è tornata a diffondersi", scrive Salvini.


Subito arriva la replica della Società italiana di Medicina delle migrazioni (Simm) che precisa come nel nostro Paese non vi sia "alcuna epidemia di Tbc legata ai migranti". "Abbiamo accertato che il servizio di igiene sanità pubblica dell'Ulss ha già avviato tutte le procedure del caso, avviando controlli specifici sulle persone che nei giorni scorsi sono state a contatto con questa persona.

Poi arriva la rassicurazione della prefettura: "Il protocollo è stato rispettato come da normativa, quindi sotto l'aspetto sanitario non c'è nulla da temere", dice il viceprefetto vicario di Vicenza, Lucio Parente, riferendosi al migrante.  "Allo stesso tempo - ha aggiunto Parente - abbiamo interessato tutte le forze di polizia, a cui abbiamo segnalato l'allontanamento dello straniero, che al momento risulta irreperibile e non sappiamo dove si trovi".

"Se Salvini fosse nato a Roma il suo soprannome sarebbe ErBugia. Più che titolare del ministero dell'interno mi pare ministro delle bufale", dice il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali.



 
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