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Regionali in Abruzzo, si vota il 10 febbraio. Ma è polemica per la scelta della data

Le opposizioni contro la giunta uscente di centrosinistra: "Bisognava andare alle urne prima, il Pd cerca di allontanare la sconfitta", dicono i 5 Stelle. Forza Italia ricorre al Tar e annuncia: "Da novembre per protesta restituiremo le indennità"

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Lunga e tormentata è stata la vicenda delle dimissioni del governatore abruzzese, Luciano D'Alfonso, eletto in Senato alle politiche del 4 marzo e dichiarato incompatibile dalla giunta per le elezioni di Palazzo Madama solo ad agosto. E contrastata è anche la scelta della data delle prossime elezioni in Abruzzo. Il presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, ha fissato per il 10 febbraio 2019 la data per l'elezione del Presidente della giunta e per il rinnovo del consiglio regionale.
La decisione è stata sancita - secondo le regole - d'intesa con la Presidente della corte d'appello dell'Aquila Fabrizia Francabandera e sentito il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. Nelle prossime ore Lolli firmerà il decreto che fissa la data delle elezioni con la conseguente convocazione dei comizi elettorali. Però la polemica è già rovente.

Le opposizioni hanno sempre cercato di ottenere una data più ravvicinata. E Forza Italia già preannuncia un ricorso al Tar. "È una data inaccettabile, intollerabile, inopportuna: faremo ricorso al Tar", dice il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo. "Ritengo tale decisione non condivisibile, non corretta, contraria al bene dell'Abruzzo. Determinerà un evidente sperpero di denaro pubblico", dice il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri che aggiunge: "Considerando che Forza Italia non sta in Regione per scaldare le sedie a spese degli abruzzesi, a partire dalla scadenza dei 90 giorni dallo scioglimento dell'assemblea determinata dalle dimissioni dell'ormai ex Presidente D'Alfonso, cioè dal 22 novembre, sino al ritorno alle urne, noi restituiremo i soldi delle indennità, tolte ovviamente le tasse".

Durissimi anche i 5Stelle: "È inaccettabile la scelta del Pd di tornare alle urne nel 2019, a un anno dall'incompatibilità e a sei mesi dalle dimissioni del Presidente D'Alfonso", dice la consigliera regionale del M5S, Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione alle prossime amministrative. "Il Pd - continua - come al solito, ha 'stirato' le leggi al solo fine di allontanare quanto più possibile la sicura debacle che li attende alle urne".

L'Abruzzo, tra l'altro, rientra tra i temi al tavolo del vertice di centrodestra, in programma nelle prossime ore. Sembra rientrata, per ora, la scelta della Lega di correre da sola. Ma di sicuro la campagna elettorale è avvelenata già prima di cominciare.








 
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