Politica

David Ermini, ecco chi è il nuovo vicepresidente del Csm

Cattolico e renziano, è avvocato cassazionista. Compagno di banco di Maurizio Sarri alle elementari, fa politica da giovanissimo: presidente del Consiglio provincale di Firenze nell'era Renzi, l'ex premier lo nomina nel 2014 responsabile Giustizia del Pd

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ROMA - Cattolico, avvocato penalista, cassazionista, renziano, toscano. È anche stato vicepretore onorario e giudice della Figc per il settore giovanile. Con il mondo del calcio condivide anche Maurizio Sarri: sono stati compagni di banco alle scuole elementari, dove l'ex allenatore del Napoli studiava già formazioni e schemi. La biografia di David Ermini, il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, è quella di un normale ragazzo di Figline Valdarno, figlio di un avvocato, che scrive sui giornali parrocchiali e diventa giornalista pubblicista, frequenta il liceo classico della sua cittadina, si laurea in Giurisprudenza a Firenze con una tesi sul diritto di voto degli italiani all'estero.
Lavora a Figline, si sposa e ha due figli. Nel 2013, quando diventa deputato dichiara di avere una casa al 50 per cento e un'Audi. La moglie viaggia su una Polo. Nel 2017 dichiara 184 mila euro di reddito. Fa politica da ragazzino. Nel 1980, quando ha 21 anni, entra nel consiglio comunale di Figline. Ci torna nel 2001 e ci resta fino al 2006.

Nel frattempo fa il salto verso il Consiglio provinciale di Firenze. Entra nel 2004 e ci resta fino al 2012. Sono gli anni di Matteo Renzi presidente e Ermini nel primo mandato è il capogruppo della Margherita. Nel secondo diventa presidente del Consiglio provinciale. Fra lui e Matteo c'è intesa e quando Matteo tenta il grande salto verso il potere romano lo segue. Viene eletto in Parlamento nel 2013 e il suo nome compare nelle liste dei fedelissimi dell'ex sindaco di Firenze, spesso associato a quello di Maria Elena Boschi, anche lei toscana, renziana e avvocato.

Fa un altro salto quando Renzi decide di nominarlo responsabile giustizia del Pd nella sua seconda segreteria. Un volto nuovo che dovrebbe segnare una discontinuità con un passato che sarebbe stato segnato dal giustizialimo. E da quel momento il suo volto pacioso comincia ad apparire nei salotti televisivi per spiegare le posizioni del Pd sul terreno sempre scivoloso della giustizia. Lo si vede spesso nelle trasmissioni mattutine de La 7: ma non dice no anche a studi tv più aggressivi come quello di Quinta Colonna di Paolo Del Debbio su Rete 4. Uno dei punti qualificanti della su attività parlamentare è stata la battaglia per la riforma delle intercettazioni.

Battaglia che adesso Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede gli rinfacciano. Insieme alla sua difesa di Renzi nel momento in cui lui e la famiglia vengono coinvolti nel caso Consip. Il 20 luglio è stato eletto membro laico del Csm e ha lasciato la Camera. Giusto ieri è stato proclamato il suo successore: Umberto Buratti. E da quel momento il suo profilo Facebook si è concentrato sul caso della Bekeart, la fabbrica di Figline che rischia la chiusura. Anticipazione del voler essere sopra le parti che ha annunciato al momento della sua elezione al vertice del Csm.
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