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Verona, chi è Carla Padovani: la capogruppo Pd che ha votato contro l'aborto e aveva lasciato i dem per le unioni civili

La storia della consigliera del Partito democratico rivela che quella sulla 194 non è stata l'unica scelta in dissenso dal partito. Ma questo non le ha impedito di guidare il gruppo in consiglio comunale

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Per difendere la sua posizione - con il sì alla mozione leghista contro l'aborto in consiglio comunale a Verona - Carla Padovani ha scelto una tv della Cei, Tv2000. La capogruppo Pd, finita nella bufera e attaccata da una gran parte degli esponenti del suo partito, a cominciare dal segretario Maurizio Martina, dice che si è trattato di un fatto di coscienza. Ma chi è quest'esponente veneta del partito? E come è diventata numero uno in consiglio comunale?


In realtà nel passato di Padovani c'erano già stati episodi politicamente controversi. Fervente cattolica, 56 anni, laureata in chimica, Padovani aveva lasciato il Pd, nel 2012, proprio in polemica con la posizione dem sulle unioni civili, ed era passata all'Udc. Qualche mese fa - prima delle politiche del 4 marzo - aveva chiesto anche di essere cancellata da un video del partito locale in cui veniva rivendicato, come un successo, il via libera alla normativa sulle unioni omosessuali.

La militanza politica in realtà era cominciata molti anni prima - nella Margherita - con l'elezione come consigliera di maggioranza nel 2002, nella giunta di centrosinistra di Paolo Zanotto. Poi qualche anno lontana dalle scene e un ritorno nei ranghi dell'Udc per cui si era presentata alle comunali del 2012, non riuscendo però a guadagnare una poltrona in Consiglio comunale.

Infine l'elezione con il  Partito Democratico nel 2017 all'opposizione dell'amministrazione guidata dal forzista - tendenza Lega - Federico Sboarina. A capitanare il Pd in consiglio comunale doveva essere la candidata sindaca dem Orietta Salemi che però - esclusa dal ballottaggio tra Sboarina e Patrizia Bisinella, della Lista Tosi - ha preferito restare in Consiglio regionale.

"La scelta di oggi era perfettamente prevedibile - ha spiegato il deputato Pd veronese Vincenzo D'Arienzo - già a marzo, pochi giorni prima delle elezioni, aveva chiesto di essere tolta da un video promozionale organizzato dal suo circolo perchè in quel video prendevano la parola anche un gruppo di persone omosessuali e già in quell'occasione erano state chieste le sue dimissioni".

Dimissioni reclamate oggi dallo stesso D'Arienzo. E da una lunga fila di esponenti dem. "Il problema non sono le sue idee perché ci può stare anche un dissenso, ma se sei il capogruppo serve anche una certa intelligenza politica", dice ancora D'Arienzo. In Consiglio comunale si dice infatti che Padovani avesse nascosto al Pd le sue reali intenzioni, anticipandole però alla maggioranza di centrodestra.
 
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