Politica

Sondaggi, la Lega consolida la crescita. M5s stabile. Pd ancora in calo

(ansa)
Le ultime rilevazioni confermano il primato del Carroccio. I democratici toccano un nuovo record negativo
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ROMA - La Lega continua ad andare fortissimo: è sempre il primo partito, ormai a un soffio dal 32% (31,8% questa settimana, nuovo record storico) e vede pian piano allargarsi ulteriormente il vantaggio che ha sul Movimento 5 Stelle, stabile al 28,5% (3,3 punti sotto l'alleato di governo).  È la fotografia del monitoraggio di sette istituti negli ultimi 15 giorni per la supermedia di questa settimana, che restituisce uno scenario in piena continuità con quelli delle settimane precedenti.
 
Come era facilmente prevedibile, i temi economici hanno ripreso a dominare l'agenda nel momento in cui sono arrivate le prime scadenze istituzionali legate alla manovra di bilancio. La querelle sul deficit previsto dal Def per il triennio 2019-21 ha tenuto banco per tutta l'ultima settimana. Ma, nonostante le ripercussioni sullo spread, per ora dai sondaggi non emergono particolari conseguenze sul piano del consenso verso i due partiti di maggioranza. Prosegue invece il calvario del Partito Democratico, che - malgrado il segnale di "esistenza vita" della manifestazione del 30 settembre in Piazza del Popolo a Roma - tocca un nuovo record negativo, il 16,3%. Comunque, secondo gli esperti, eventuali effetti positivi di quella piazza potrebbero manifestarsi nelle prossime settimane.
 
 
Quanto all’indice di gradimento dei provvedimenti economici del governo, sorprende come, a giudicare dalle rilevazioni svolte finora, la "manovra del popolo" sia stata accolta dallo stesso popolo con cautela, se non con qualche timore. Secondo gli istituti Swg e Tecnè, le misure annunciate con la nota di aggiornamento al Def non hanno certo fatto registrare entusiasmi trasversali (35% di giudizi positivi contro 31% di giudizi positivi per il primo, 42% contro 36% per il secondo). Nei sondaggi di Euromedia e Piepoli poi, con riferimento in particolare alla decisione di alzare il deficit al 2,4%, è emerso un pareggio tra chi è preoccupato per questa scelta del governo e chi invece la approva. Soprattutto, gli stessi istituti ci dicono che la maggioranza degli italiani non ritiene utile il reddito di cittadinanza, uno dei provvedimenti economici principali previsti dal contratto di governo (nonché uno dei più onerosi per il bilancio pubblico). Ma il reddito di cittadinanza è una vera e propria "bandiera" programmatica del Movimento 5 Stelle: non sorprende quindi che, secondo SWG, quello dei pentastellati sia l'elettorato più entusiasta dei contenuti previsti dalla manovra del Governo (73% di giudizi positivi contro il 49% che si registra tra gli elettori della Lega).
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