Politica

I giornalisti di Repubblica ed Espresso a Di Maio: "Continueremo a raccontare la verità"

Luigi Di Maio (lapresse)
Il vicepremier attacca il Gruppo Gedi, evocando la morte dei giornali e i licenziamenti dei giornalisti. Il segretario Pd Martina: "Ormai il suo modello è Orban". I cdr di Repubblica ed Espresso: "Siamo leader in Italia, ci guida la Costituzione". Il presidente del Gruppo Gedi Marco De Benedetti su Twitter: "Onorevole Di Maio, stia sereno"
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ROMA - "Ancora un volta il vicepremier Luigi Di Maio non perde occasione per mostrare a tutti gli italiani la sua cultura". I cdr di Repubblica ed Espresso rispondono al vicepremier Luigi Di Maio che oggi, in una diretta Facebook, ha attaccato il Gruppo Gedi, editore di Repubblica, evocando la morte dei giornali e il licenziamento dei giornalisti.

Di Maio, scrivono i cdr di Repubblica e L'Espresso in un comunicato, "non solo ignora che il Gruppo Espresso non esiste più da due anni, confluito nel più articolato gruppo Gedi che è leader in Italia nell'informazione quotidiana e multimediale. Ma dimostra per l'ennesima volta di non conoscere la differenza tra bufale e notizie, evidentemente perché espertissimo della prima fattispecie e allergico alla seconda.
Nella sua dichiarazione Di Maio parla inoltre senza cognizione di causa, ed è grave essendo lui anche ministro del Lavoro, di 'processi di esuberi' e di 'giornali che stanno morendo': tradendo così una sua speranza recondita. Ma può mettersi l'anima in pace: Repubblica, L'Espresso e le altre testate del gruppo Gedi non moriranno e, Costituzione alla mano, continueranno a fare quello per cui sono in testa alle classifiche della diffusione digitale e cartacea nel nostro Paese: raccontare la verità, soprattutto quando è scomoda per il potente di turno".

In un video su Facebook, Di Maio aveva affermato: "Per fortuna ci siamo vaccinati anni fa dalle bufale, dalle fake news dei giornali e si stanno vaccinando anche tanti altri cittadini tanto è vero che stanno morendo parecchi giornali tra cui quelli del Gruppo L'Espresso che, mi dispiace per i lavoratori, stanno addirittura avviando dei processi di esuberi al loro interno perché nessuno li legge più perché ogni giorno passano il tempo ad alterare la realtà e non a raccontare la realtà".

L'attacco di Di Maio: "I giornali del 'Gruppo L'Espresso' stanno morendo perché alterano la realtà"

Via Twitter, il presidente Marco De Benedetti invita l'"onorevole Luigi Di Maio" a stare "sereno, il Gruppo Gedi non sta morendo. Grazie alla professionalità dei suoi giornalisti siamo il primo gruppo editoriale del Paese. Grazie agli investimenti fatti siamo leader nel digitale. Soprattutto continueremo a raccontare la verità".

"Alla fine della giornata resta la domanda: qual è il problema di Di Maio? Repubblica è la testata con più lettori in Italia ma non si è messa ad applaudire sotto il balcone. Se ne faccia una ragione e provi a governare, se ne è capace. Noi siamo solidi e sereni. Buonanotte" Il tweet del direttore di Repubblica, Mario Calabresi.

Reazioni alle parole del vicepremier arrivano anche dal mondo politico: "Di Maio si dovrebbe vergognare", afferma il segretario del Pd Maurizio Martina, "ma ormai purtroppo non possiamo stupirci perchè il modello di questi signori è diventato Orban. La curva illiberale di questa maggioranza è pericolosa per il paese e per tutti i cittadini", dichiara da Milano il leader dem. "Mai visto ministro del Lavoro che gioisce per lavoratori in esubero, ministro dell'Industria che giosce per un'azienda in difficoltà, vicepremier che spera in chiusura di un giornale", gli fa eco su Twitter il deputato dem Michele Anzaldi. "Unico posto di lavoro che gli interessa è il suo".
"Si può essere d'accordo o meno con quanto si trova scritto su Repubblica o L'Espresso, ma una cosa è certa: le notizie su quei giornali ci sono, e sono il frutto di professionalità, di passione e di rigore", afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. "A qualcuno del governo può non piacere, ma la ricerca della verità è anche frutto di un giornalismo libero. Dalle parti di Palazzo Chigi se ne devono fare una ragione..."

Al fianco dei giornalisti di Repubblica ed Espresso la Federazione nazionale della stampa: "Gli insulti del vicepremier Luigi Di Maio ai giornalisti di Repubblica e dell'Espresso sono l'ennesima dimostrazione del disprezzo nutrito nei confronti dell'informazione libera e del ruolo che questa è chiamata a svolgere in ogni democrazia liberale", scrivono in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. "Di Maio, come del resto buona parte del governo, sogna di cancellare ogni forma di pensiero critico e di dissenso e si illude di poter imporre una narrazione dell'Italia lontana dalla realtà. Auspicare la morte dei giornali - continuano - non è degno di chi guida un Paese di solide tradizioni democratiche come è l'Italia, ma è tipico delle dittature. È bene che il vicepremier se ne faccia una ragione: non saranno le sue minacce e i suoi proclami a fermare i cronisti di Repubblica e dell'Espresso, ai quali va la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani, e a piegare il mondo dell'informazione ai suoi desiderata".

LUIGI IL PRINCIPE DELLE FAKE NEWS di LUCIA ANNUNZIATA

Critiche al ministro e solidarietà ai colleghi anche nella nota diffusa dal cdr de La Stampa. "E' vergognoso - si legge - che un ministro della Repubblica, per paradosso ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, preveda la morte di una impresa del nostro Paese dando l'impressione addirittura di compiacersene. I giornalisti de La Stampa possono garantire al ministro Di Maio che non si lasceranno intimidire e continueranno nel loro lavoro di informare pienamente i cittadini assieme a tutti i colleghi delle altre testate del Gruppo Gedi".

Sulla stessa sintonia il cdr del Corriere della Sera. "E’ inaccettabile che il vicepremier Di Maio si compiaccia di fronte a un momento di difficoltà di un giornale e di un’azienda. Ed è inaccettabile che un rappresentante delle Istituzioni, che è anche ministro del Lavoro e dello Sviluppo, ritenga di pronunciarsi contro un intero settore, fino quasi ad auspicare  la morte dei giornali, attaccando il pluralismo e la libertà di informazione. Siamo convinti che la diversità delle voci e la libertà di espressione sia un valore per tutti, da difendere sempre, contro chi vorrebbe forse un mondo dell’informazione con una voce unica e magari compiacente. Il cdr del Corriere della Sera, respinge con decisione le parole di Di Maio, ed esprime piena solidarietà ai colleghi dell’Espresso e delle altre testate del Gruppo Gedi".
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