Politica

Manovra, Conte: "Partecipate pronte a investire di più. Altri 15 miliardi nel triennio per le infrastrutture"

Salvini e Di Maio ieri sera davanti a palazzo Chigi (ansa)
A Palazzo Chigi la cabina di regia con le aziende partecipate dallo Stato. Flat tax, disaccordo Tria- Salvini sulle cifre. Poi la nota: "Diciamo la stessa cosa"
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Punta tutto sulla crescita, il governo, nel difficile tentativo di far quadrare i conti della manovra mentre si moltiplicano le bocciature nelle istituzioni e sui mercati. Per questo oggi il premier Giuseppe Conte ha convocato a Palazzo Chigi gli amministratori delegati della principali partecipate di Stato. "Oggi abbiamo avuto un'anticipazione di cosa significa fare sistema al fine di rafforzare e incrementare il piano degli investimenti in Italia", ha detto il premier. "Tutte le principali aziende partecipate dallo Stato, alcune delle quali presenti con la holding in rappresentanza di decine di altre aziende, hanno esposto i rispettivi piani di investimento anticipando la disponibilità a incrementare ulteriormente i piani originari nel prossimo triennio".

Conte ha illustrato la parte della manovra economica riguardante gli investimenti e le varie riforme strutturali, soffermandosi sugli investimenti dedicati alle infrastrutture. Il presidente ha esposto che nella legge di bilancio sono previste risorse per investimenti pari a 15 miliardi nel prossimo triennio, oltre ai 5,7 miliardi già previsti dalla manovra precedente sempre per il triennio.

Ma la giornata è stata anche movimentata dal botta e risposta tra Giovanni Tria e Matteo Salvini sulla flat tax. E si è chiusa con un comunicato congiunto del ministro dell'Economia e di quello dell'Interno. "Non c'è nessun caos. Vicepremier e ministro dell'Economia dicono la stessa cosa e le stesse cifre con una prospettiva diversa", afferma una nota. Le risorse stanziate sono effettivamente quelle dette da Tria, 600 milioni nel 2019, per poi salire a 1,8 miliardi nel 2020 e a 2,3miliardi nel 2021, in totale a regime per la flat tax ci sono effettivamente 1,7 miliardi come sostiene Salvini", sottolinea la nota.

Il ministro dell'Economia in commissione Bilancio aveva detto che gli interventi previsti per la flat tax dal governo avranno un costo nel primo anno di soli 600 milioni. Ma Salvini aveva subito contestato la previsione. "Sono di più, un miliardo e 700 milioni", aveva detto, a margine dell'anniversario dalla fondazione dei Nocs della polizia.  "La manovra è di circa 16 miliardi ma per le riduzioni fiscali ha un ammontare stimabile di circa 1,7 miliardi. Comunque lunedì arriva il decreto fiscale, i numeri saranno scritti e non mentono".

Quattro ore dopo la nota congiunta che chiude il caso. "Nell'arco del triennio abbasseremo le tasse con una media annuale stimabile per 1,7 miliardi di euro".

 "In manovra ci dovrebbero essere solo 0,6 miliardi per la flat tax e ben 9 miliardi per il reddito di cittadinanza. Più che di flat tax bisognerebbe parlare di fake news con così poche risorse!", scrive sui social Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia.

 Di manovra si è parlato oggi al Colle. Il Presidente Mattarella, in vista del prossimo Consiglio Europeo, ha ricevuto al Quirinale il premier Giuseppe Conte e quasi tutti i ministri. A Palazzo Chigi invece è in corso la cabina di regia convocata dal premier tra il governo e le aziende di Stato.



 

Manovra, Bagnai: "Bankitalia? Censura politica non è tra suoi compiti"

Salvini ha ribadito di non vuole tradire le promesse fatte sulle pensioni, così come Di Maio. “La manovra non cambia, ho assunto un impegno per cambiare la Fornero e adesso perché qualcuno a Bruxelles, lo spread o Bankitalia mi dice che non va bene dico agli italiani che ho scherzato? Io la manovra non la cambio, io vado dritto”, dice di prima mattina il leader della Lega dagli schermi di Agorà su Raitre. Incalzato subito dal capo politico dei Cinquestelle, che dai microfoni di Radio Anch’io ribadisce lo stesso concetto: “Non si può tornare indietro. Se vengono a dire che non possiamo toccare la legge Fornero questo è un giudizio politico. Io i cittadini non li tradisco”.
 
E se proprio non bastasse, ci pensa il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro a chiarire: “Se noi vogliamo accettare uno Stato in cui le politiche economiche
sono decise in base allo spread, in cui la finanza speculativa decide le politiche del governo, se è così tanto vale dare le chiavi a Soros a Blackrock e diciamo governate voi. Gli italiani hanno votato per cambiare”. La ciliegina sulla torta, sempre di Fraccaro, è che “Bankitalia ha perso credibilità” e che quelli dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (che di fatto è una authority indipendente sui conti pubblici) sono poco più che dei ragionieri.
 
Insomma, una controffensiva in piena regola di fronte alle voci insistenti che parlano di un governo sull’orlo della spaccatura sulla manovra, con il ministro del Tesoro Giovanni Tria sempre più nel mirino. Spiega quest'ultimo: "A seguito della mancata validazione del quadro macro economico programmatico da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio il Governo ritiene opportuno confermare le previsioni contenute nel Def". Lo ha detto in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato dopo la mancata validazione della Nota di aggiornamento al Def da parte dell'Upb. "Non dobbiamo lasciare che la volatilità di breve termine dei mercati offuschi la nostra capacità di formulare valutazioni e previsioni equilibrati. I rischi politici ed economici internazionali sono sempre esistiti ed è anche per questo motivo che nei documenti di programmazione si formulano previsioni prudenziali e non ottimistiche. Ma non possiamo, né non dobbiamo, basare il quadro programmatico su scenari di rischio a ribasso altrimenti stravolgiamo il significato di tale previsione".

L’ultima smentita arriva ancora dal ministro Salvini e riguarda la tentazione – nel caso in cui la manovra salti – di mollare tutto e andare al voto. “Se volessi le elezioni sarei egoista. Da segretario della Lega dovrei volerle visto che se andiamo a votare eleggo il doppio di senatori e deputati. No, io ho firmato un impegno. Sto qua e continuo per 5 anni a fare quello che mi sono impegnato a fare. Sondaggi sì o no. Spread sì o no”. Una promessa, e anche un po’ una minaccia.
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