ROMA - "Dovete essere attori protagonisti delle vostre vite e partecipare!", la retorica da film americano (piaceva molto anche a Matteo Renzi) in apertura del palco centrale di Italia 5 Stelle è di Valerio Tacchini, notaio del M5S, e del senatore Gianluigi Paragone. E come si diventa protagonisti della propria vita partecipando? "Prendete il vostro smartphone e inviate un sms al 43030!". La rivoluzionaria novità sarebbe il potersi iscrivere all'associazione Rousseau con il cellulare. Certo, poi dopo ti viene richiesto nome, cognome, codice fiscale, documento di identità eccetera, ma intanto...
La quinta edizione della festa del M5S, la prima al governo dell'Italia, è la più brandizzata di tutti. Una perfetta operazione di marketing dove i cittadini sono invitati a farsi le Instagram stories con l'hashtag della kermesse, oppure i selfie sempre con l'hashtag, poi condividere tutto sulle proprie pagine social e venire premiati con un passaggio della fotografia sugli schermi della festa. Deve propagarsi il messaggio di un Paese finalmente popolato di cittadini felici, perché il cambiamento è già qui. E infatti i volantini prodotti per l'occasione raccontano un Paese in velocissima evoluzione: "riforme del cambiamento, meno poltrone più democrazia"; "bye bye pensioni d'oro"; "risarcimento per i cittadini truffati dalle banche, un obbligo morale prima ancora che politico"; "#elezionipulite approvata alla Camera"; "contratto di governo: tutte le cose già fatte".
Del vecchio movimento un po' anarcoide degli esordi non è rimasto più nulla. Tutto organizzato nei minimi dettagli, solo a un certo punto dei militanti romani appendono a una recinzione uno striscione bianco con la scritta nera fatta a bomboletta che invita a votare no al referendum su Atac; stride in mezzo all'ordine generale, quasi maniacale, ma almeno sembra qualcosa di reale e non di plastica. A proposito di plastica, dell'antico ambientalismo radicale sopravvive solo il divieto di entrare con le bottigliette, si può però comprare il bicchiere (di plastica) con il logo dei Cinque Stelle a 3 euro e riutilizzare quello. Quanto ai portavoce, cioè gli eletti in Parlamento, Regioni e Comuni, sono costretti a vestirsi con la maglietta gialla di riconoscimento con scritto "il portavoce ti ascolta", ma non tutti se la mettono: ai big, quelli che vanno in televisione, sono concessi gli abiti civili.
Ovviamente la due giorni del Circo Massimo costa, e infatti dislocati ci sono due "donamat". Infili il bancomat e decidi quanti soldi dare per sostenere la manifestazione. L'autocelebrazione del movimento che ce l'ha fatta - dai primi meetup alla conquista dei palazzi del potere - è tutta in tre grandi tabelloni che ripercorrono la storia del Movimento. All'inizio dell'epopea c'è anche una prima pagina di Repubblica, quella che in apertura raccontava il primo "Vaffanculo day" a Bologna di Beppe Grillo. Giù dal tendone scendono i cartelli con le massime a metà tra politica e filosofia di Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo, Dario Fo, Luigi Di Maio. Mentre le pareti degli stand di fronte al palco centrale hanno due foto: una del comico genovese, l'altra di Alessandro Di Battista sui banchi parlamentari. Il passato e il futuro del Movimento, ieri di lotta, oggi di governo e domani chissà.
La quinta edizione della festa del M5S, la prima al governo dell'Italia, è la più brandizzata di tutti. Una perfetta operazione di marketing dove i cittadini sono invitati a farsi le Instagram stories con l'hashtag della kermesse, oppure i selfie sempre con l'hashtag, poi condividere tutto sulle proprie pagine social e venire premiati con un passaggio della fotografia sugli schermi della festa. Deve propagarsi il messaggio di un Paese finalmente popolato di cittadini felici, perché il cambiamento è già qui. E infatti i volantini prodotti per l'occasione raccontano un Paese in velocissima evoluzione: "riforme del cambiamento, meno poltrone più democrazia"; "bye bye pensioni d'oro"; "risarcimento per i cittadini truffati dalle banche, un obbligo morale prima ancora che politico"; "#elezionipulite approvata alla Camera"; "contratto di governo: tutte le cose già fatte".
Del vecchio movimento un po' anarcoide degli esordi non è rimasto più nulla. Tutto organizzato nei minimi dettagli, solo a un certo punto dei militanti romani appendono a una recinzione uno striscione bianco con la scritta nera fatta a bomboletta che invita a votare no al referendum su Atac; stride in mezzo all'ordine generale, quasi maniacale, ma almeno sembra qualcosa di reale e non di plastica. A proposito di plastica, dell'antico ambientalismo radicale sopravvive solo il divieto di entrare con le bottigliette, si può però comprare il bicchiere (di plastica) con il logo dei Cinque Stelle a 3 euro e riutilizzare quello. Quanto ai portavoce, cioè gli eletti in Parlamento, Regioni e Comuni, sono costretti a vestirsi con la maglietta gialla di riconoscimento con scritto "il portavoce ti ascolta", ma non tutti se la mettono: ai big, quelli che vanno in televisione, sono concessi gli abiti civili.
Ovviamente la due giorni del Circo Massimo costa, e infatti dislocati ci sono due "donamat". Infili il bancomat e decidi quanti soldi dare per sostenere la manifestazione. L'autocelebrazione del movimento che ce l'ha fatta - dai primi meetup alla conquista dei palazzi del potere - è tutta in tre grandi tabelloni che ripercorrono la storia del Movimento. All'inizio dell'epopea c'è anche una prima pagina di Repubblica, quella che in apertura raccontava il primo "Vaffanculo day" a Bologna di Beppe Grillo. Giù dal tendone scendono i cartelli con le massime a metà tra politica e filosofia di Gianroberto Casaleggio, Beppe Grillo, Dario Fo, Luigi Di Maio. Mentre le pareti degli stand di fronte al palco centrale hanno due foto: una del comico genovese, l'altra di Alessandro Di Battista sui banchi parlamentari. Il passato e il futuro del Movimento, ieri di lotta, oggi di governo e domani chissà.