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Il Senato approva il decreto sicurezza, 163 sì e 59 no. 5 i dissidenti M5s. Salvini: "Il governo non è a rischio"

Giulia Bongiorno e Matteo Salvini nell'aula del Senato (agf)
Cinque senatori pentastellati vengono deferiti ai probiviri. Il Pd vota contro e inscena la protesta in sala stampa. Di Maio torna sulla prescrizione in diretta Facebook. In bilico il vertice con Conte, che scherza: "Stasera gioca la Roma". Saviano: "Dl autolesionista, suicida e criminale"
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Con 163 sì e 59 no l'aula del Senato approva la fiducia sul decreto sicurezza voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Che, prima dell'inizio della seduta, aveva rassicurato: "Il governo non è assolutamente a rischio, manterrà uno per uno tutto gli impegni presi con gli Italiani, punto. Con buon senso e umiltà, si risolve tutto". E dopo l'ok al suo provvedimento twitta: Decreto Sicurezza e Immigrazione, ore 12.19, il Senato approva!!! #DecretoSalvini, giornata storica!".


Il decreto passerà ora alla Camera, dove è stato calendarizzato per il 22 novembre. Nel frattempo viene bocciato dallo scrittore Roberto Saviano. "Questo decreto - dichiara l'autore di Gomorra - è autolesionista, suicida e criminale". "Rimpatriare gli oltre 500mila immigrati irregolari presenti in italia - aggiunge - non si può: mancano accordi bilaterali. Si potrebbe invece regolarizzarli e consentirgli di avere contratti di lavoro e di pagare le tasse".


Cinque senatori "dissidenti" del M5s vengono segnalati dal capogruppo Stefano Patuanelli al collegio dei probiviri del Movimento, che avvia un'istruttoria. In tre - Gregorio De Falco, Paola Nugnes ed Elena Fattori - prendono la parola in Aula, e affermano che, pur continuando a sostenere il governo, tuttavia non prenderanno parte al voto perché in profondo disaccordo sui contenuti del decreto, considerato all'opposto rispetto alle politiche dei cinquestelle.

Non partecipano alla votazione anche Matteo Mantero e Virginia La Mura. Quest'ultima, che aveva firmato gli emendamenti, su Facebook scrive: "Questo dl non mi appartiene, non è nel contratto". Patuanelli commenta la condotta dei cinque: "Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al Governo".

Altri due senatori pentastellati -  Vittoria Bogo Deledda e Mario Michele Giarrusso - risultano malati. Si astiene, infine, l'ex M5s Carlo Martelli. Da parte sua Salvini non si mostra preoccupato dalle defezioni interne al Movimento.

Decreto sicurezza, Salvini: "Pd abbaia alla luna. Dissidenti M5s? Non mi preoccupano"


Alle votazioni non partecipa, invece, Forza Italia, mentre FdI si astiene. Ignazio La Russa annuncia una dichiarazione in dissenso e invece ne fa una in linea con il suo gruppo, venendo per questo richiamato dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati. Al momento del voto esce dall'aula. Il Pd vota contro. Durante la prima chiama, i senatori dem inscenano una protesta in sala stampa con cartelli e magliette con la scritta: "Decreto Salvini, più clandestini".

Dure le parole del capogruppo dem Andrea Marcucci: "Questo provvedimento è una presa in giro per tutta la comunità nazionale, parlano di sicurezza, creano insicurezza e daranno spazio a centinaia di migliaia di immigrati clandestini nel nostro Paese. Questo è un decreto contro l'Italia, contro gli italiani e contro la sicurezza".

Il gruppo dei senatori Pd protesta in aula stampa del Senato con cartelli e scritte contro il decreto sicurezza 

Momenti di bagarre  in aula dopo l'intervento di Maurizio Gasparri che chiude il suo intervento con le parole: "Sì alla sicurezza, non al governo", mentre i suoi compagni di Forza Italia mostrano cartelli di protesta. Mentre il Pd contesta Patuanelli, costringendolo a fermarsi più volte nel corso del suo intervento.

Intanto Luigi Di Maio ritorna sul tema della prescrizione, che vorrebbe tenere dentro al disegno di legge anticorruzione. E lo fa prima pubblicando una foto su Instagram che lo ritrae con i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro e il senatore Gianluigi Paragone. Poi, dopo l'approvazione del dl sicurezza, con una diretta Facebook, in cui ribadisce che "la battaglia contro la prescrizione fa parte del Dna del M5S", assicurando che "si raggiungerà un accordo" con la Lega. Smentisce, inoltre, che il ddl anticorruzione sia "una legge salva-Casaleggio".


Ma Salvini, oggi seduto in aula accanto alla ministra della Pa Giulia Bongiorno (che nei giorni scorsi ha avuto un duro scontro con Bonafede) insiste sullo stralcio della prescrizione dal ddl spazzacorrotti. Pertanto le comunicazioni tra i due leader sono di nuovo al black out.


E dopo il fallimento, ieri sera, della riunione a tre con il premier Giuseppe Conte, il nuovo vertice in programma per questa sera appare in bilico e molto probabilmente si terrà domattina. Lo stesso premier risponde scherzando con i cronisti: "Stasera? C'è la Champions e io sono tifoso della Roma", riproponendo di fatto la battuta con cui ieri si è chiamato fuori Salvini.

La polemica Di Battista-Salvini

Intanto dal Nicaragua, in una nuova delle sue dirette Facebook, Alessandro Di Battista interviene sul caso prescrizione. "So che il M5S sull'anticorruzione deve essere molto, molto duro, per me la prescrizione dovrebbe essere sospesa quando c'è il rinvio a giudizio e non dopo il primo grado perché quest'istituto ha favorito solo i ladri in questo Paese. Bisogna capire da che parte sta la Lega, e si capisce su questa roba qua, si capirà a breve se la Lega sta pensando un minimo al Paese o l'unico paese a cui pensa sia Arcore".

Gelida la risposta di Salvini: "Oggi la fiducia al Senato l'hanno votata i cinque stelle, non Forza Italia. Ho firmato un contratto e vado fino in fondo, mi pare una scelta chiara".
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