Un processo lungo e faticoso. L'assemblea nazionale dei mille delegati Pd ha avviato una nuova fase nella tormentata vita del partito post 4 marzo. A otto mesi dal tracollo delle politiche, sono state formalizzate le dimissioni di Maurizio Martina ed è partito l'iter del Congresso. Mentre la direzione ha scelto i membri della commissione che dovrà disciplinare le varie fasi, fino all'elezione del nuovo segretario. Ma ci sono ancora molte incognite. Dai candidati alla data delle primarie.
Martina ha fatto anche autocritica sul ruolo del partito in questi mesi di opposizione: "Tutti avvertiamo l'insufficienza del lavoro fatto sin qui". Più tardi ha risposto a una domanda sulla sua ricandidatura: "Per me non è mai stata una scelta personale e basta. Se può essere utile al Pd, per me l'unico criterio è questo". E con il passare delle ore il progetto prende forma. Martina sta pensando a una candidatura di squadra, giocata in chiave generazionale e nel rapporto con i territori, includendo cioè giovani e amministratori locali oltre a esponenti nazionali del Pd. Un tentativo - questa l'intenzione - di evitare la polarizzazione del Congresso, lo scontro aperto tra Minniti e Zingaretti, cioè tra renziani e antirenziani.
La certezza della mattinata è stata l'assenza di Matteo Renzi. Gli uomini più vicini all'ex premier hanno spiegato che in questo congresso terrà un ruolo molto defilato, lasciando spazio ai candidati a lui più vicini. L'appoggio alla prossima candidatura di Marco Minniti da parte dell'ex segretario è scontata: in funzione anti-Zingaretti, l'ex governatore del Lazio che è già in campo da mesi e vuole una discontinuità netta rispetto al renzismo. L'ex ministro dell'Interno annuncerà la discesa in campo nelle prossime ore ("Non mi tiro indietro se serve all'unità del partito", ha detto ieri). In assemblea Minniti non ha preso la parola ma nel backstage si è parlato di un suo ticket con la senatrice renziana Teresa Bellanova. Ipotesi sostenuta da una cordata di donne dem. Bellanova non ha chiuso all'ipotesi: "Non ho avanzato candidature. Sicuramente sono una persona a cui non difetta il coraggio". Ma sembra che l'ex ministro dell'Interno non gradisca questa ipotesi. Intanto incassa il sostegno di 551 sindaci e 200 amministratori regionali.
Renzi in realtà vuole evitare una presenza troppo invadente al fianco di Minniti: "Non metterò il cappello, vediamo cosa deciderà Marco", ha detto nelle ultime ore. Ma la vera incognita è quella del futuro atteggiamento dei renziani in caso di sconfitta al Congresso. Nelle ultime ore era circolata addirittura l'ipotesi di una mossa della corrente di Renzi per far saltare il numero legale dell'assemblea e rallentare l'iter congressuale. Tanto che Pierluigi Castagnetti aveva lanciato l'altolà: "Guai a chi facesse saltare il numero legale".
Zingaretti ha fretta di entrare nel vivo del Congresso. "È un bene che finalmente ci si muova nella direzione giusta e si apra una fase congressuale che non può che fare bene al partito e all'Italia", ha detto. "Sarà una strada lunga ma mi auguro che le regole che si scriveranno possano puntare alla massima partecipazione delle persone. Facciamo partecipare tutti. Eliminiamo quei due euro per votare. Sostituiamolo con una sottoscrizione volontaria. Credo che se voltiamo pagina gli italiani risponderanno, credo che chi gridava onestà non voleva condoni. Ora tocca a noi cambiare", ha concluso. In teoria però il più votato alle primarie potrebbe non diventare segretario. Se infatti nessuno dei tre candidati arrivati alla sfida dei gazebo dopo la selezione dei circoli otterrà il 50% dei voti, la scelta - secondo lo statuto - sarà affidata alla successiva assemblea.
La Direzione del Pd ha nominato i componenti della Commissione congresso, l'organismo che reggerà il partito in assenza degli organi elettivi. Sono stati eletti commissari all'unanimità, con la sola astensione di Sandra Zampa: Corrado Besozzi, Chiara Braga, Micaela Campana, Ernesto Carbone, Lisetta Ciambella, Camillo D'Alessandro Gianni Dal Moro, Mauro Del Barba, Silvia Fregolent, Alberto Losacco, Gialiana Manica, Federico Massa, Sara Moretto, Patrizia Prestipino, Antonio Rubino, Valeria Sudano, Carlo Emanuele Trappolino, Simone Valiante, Silvia Velo. Sono invitati a partecipare ai lavori della Commissione: Mattia Zunino, presidente dei Giovani Democratici, Roberto Montanari, presidente della Commissione di garanzia. Spetterà a questa commissione fissare la data delle primarie. Prossima riunione martedì. Ma anche sui tempi l'intesa è ancora lontana.
Assemblea Pd, Renzi non c'è. Martina verso candidatura di squadra. Zingaretti, appello per le primarie
Sono state formalizzate le dimissioni del segretario uscente, che però rilancia con un nuovo progetto. La direzione ha votato la commissione per il congresso. Già nelle prossime ore la probabile discesa in campo di Minniti. Con lui 551 sindaci. Resta l'incognita dell'atteggiamento dei renziani in caso di sconfitta