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Inceneritori, Di Maio: "Non sono nel contratto". Salvini: "La realtà cambia". Esercito in campo per presidiare i siti

I due vicepremier non fanno alcun passo indietro nella battaglia sui termovalorizzatori. E il caso diventa sempre più imbarazzante per il governo. Il leader della Lega: "I rifiuti devono produrre ricchezza, non roghi", e attacca Di Battista. Il premier Conte: "Io garante del contratto"
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ROMA. Per il terzo giorno consecutivo va in scena lo scontro sui rifiuti tra Lega e Cinquestelle. Ultimo fronte di una battaglia interna al governo gialloverde combattuta ormai ai massimi vertici. E nessuno dei due vicepremier fa un passo indietro.


Di Maio insiste: "Inceneritori non sono nel contratto"

Torna alla carica Luigi Di Maio, ancorandosi di nuovo al contratto: "Gli inceneritori non sono nel contratto. E poi se parliamo di inceneritori in Campania c'è già uno dei più grandi inceneritori in Europa", dice. "Tra l'altro quella è la mia Regione, c'è la mia famiglia, il movimento ha preso quasi il 60% e crediamo di sapere che in quella Regione non bisogna fare il business degli inceneritori ma bisogna fermare il business dei rifiuti", conclude Di Maio. D'altra parte su questo fronte Di Maio ha dietro tutto il Movimento. E anche il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, si è schierato.

Salvini: "I rifiuti devono produrre utili"

La replica di Matteo Salvini a Di Maio è gelida: "Se hanno fatto finta di niente per trent'anni, io non sono al governo per fare finta di niente. I rifiuti vanno smaltiti producendo anche utili, energia, ricchezza e non producendo i roghi tossici che avvelenano e ammazzano", ha detto all'assemblea nazionale della Cna. "Se produci dei rifiuti, quasi ovunque quei rifiuti significano ricchezza non devastazione. Bisogna spiegare alla nostra gente che per il nostro bene, per la nostra salute e il nostro business non possiamo più far finta di niente", ha aggiunto.
E rincara la dose, allargando l'orizzonte dello scontro con i Cinquestelle alle infrastrutture: "Il sabato sono di animo positivo non ho voglia di polemizzare con nessuno. Lo dico agli amici di governo, con cui ho firmato un contratto. Quando prendo un impegno con qualcuno do l'anima e il sangue per andare fino in fondo. Poi la realtà cambia e c'è bisogno di andare avanti e non indietro". E poi: "Sono contento che siano ripresi i lavori per la Tap. Se c'è un'infrastruttura cominciata si analizzano costi e benefici, ma io se c'è qualcosa di cominciato vorrei finirlo, rispettando la sensibilità di tutti". Un messaggio che dovrebbe far suonare il campanello d'allarme in casa 5Stelle. Perché la posizione della Lega sul Sì alla Tav è ormai sempre più esplicita.

Salvini e l'attacco a Di Battista

Salvini peraltro apre un nuovo fronte con Alessandro Di Battista, il cui prossimo ritorno in Italia già manda in fibrillazione gli equilibri del Movimento. "Sto seguendo riga per riga quello che è l'impegno che ho preso con gli italiani, e invidio profondamente Di Battista che mi redarguisce dalle spiagge del Guatemala", dice al politico pentastellato, che in un'intervista gli aveva suggerito di essere leale.


Fico: "Sui rifiuti indietro non si torna"

Ma un altro leader del Movimento torna a schierarsi sul tema dei rifiuti, per il secondo giorno di seguito: il presidente della Camera, Roberto Fico. "Non vogliamo, non dobbiamo e non possiamo tornare indietro. Abbiamo l'imperativo morale di andare avanti, proprio per tutelare la salute di tutte le persone che abitano la mia terra", scrive su Facebook.

Palazzo Chigi: "Conte è il garante"

Gli scricchiolii nella maggioranza sono tanti. Tanto che da Palazzo Chigi arriva la precisazione: "Il premier Giuseppe Conte è il garante dell'osservanza del contratto di governo, su tutto il programma, quindi anche sul tema dell'ambiente e dei rifiuti".


Berlusconi: "Anomalia gialloverde finirà"

D'altra parte l'ultimo faccia a faccia tra Salvini e Berlusconi ha ulteriormente innervosito il Movimento. Anche se Di Maio ha provato a minimizzare: "È normale che si incontrino perché sono alleati sul territorio". E lo stesso Salvini, tra un attacco e l'altro, dice: "Dureremo cinque anni". Ma lo spettro delle elezioni sembra un po' più concreto: "Non le temo", dice Di Maio. Mentre Silvio Berlusconi profetizza: "L'anomalia gialloverde non può durare a lungo".


De Luca al governo: "Basta con le buffonate"

Lo scontro sui rifiuti intanto innervosisce il presidente della Campania, Vincenzo De Luca: "Chiederò di farla finita con questa buffonata propagandistica perché veramente ci stanno rompendo le scatole. Stanno creando un clima totalmente sbagliato" è il messaggio del governatore che lunedì a Caserta ne parlerà direttamente con il premier Conte, quando lui e diversi ministri firmeranno un protocollo sulla 'Terra dei Fuochi'. "Questi nostri amici sembrano interessati solo a fare campagne elettorali permanenti. Il ministro dell'interno è giovane, entusiasta e renitente agli approfondimenti dei problemi".

L'esercito a presidiare i siti di stoccaggio

Lunedì, in prefettura a Caserta, il premier firmerà un protocollo d'intesa per un'azione urgente nella Terra dei fuochi, insieme a Di Maio, Salvini e anche ad altri ministri, in primis quello dell'Ambiente, Sergio Costa. L'intesa è focalizzata al contrasto dei roghi tossici di rifiuti, fenomeno che la cronaca collega alla criminalità organizzata.

Il protocollo - si spiega dal ministero dell'Ambiente, retto dal generale specializzato nella lotta alle ecomafie - prevede l'invio dell'esercito a presidio di una parte dei 262 siti di stoccaggio dei rifiuti mappati; l'invio di carabinieri specializzati in interventi ambientali per fare attività di intelligence; e 160 milioni di euro destinati dal ministero del Sud alle bonifiche. Previsti anche un nuovo protocollo per uniformare le azioni post roghi e per implementare il registro dei casi di tumori nelle zone colpite.





 
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