Politica

Conte, tour antimafia in Calabria: "La 'ndrangheta s'infiltra nella pubblica amministrazione"

Il premier Conte visita la cooperativa agricola  Libera Terra di Locri su uno dei terreni confiscati alla 'ndrangheta (lapresse)
Il premier nella Locride.  "Qui uno su tre è povero, dobbiamo lavorare tanto". Domani la cena con Juncker: "Spero in un confronto costruttivo"
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LOCRI.  Una visita che lui stesso ha definito “fortemente voluta”, ma organizzata come un vero e proprio tour de force. Il premier Giuseppe Conte è arrivato questa mattina in Calabria, per una serie di visite ed incontri che in meno di quattro ore lo hanno visto rimbalzare fra Reggio Calabria, Locri e Crotone, prima di proseguire verso la Campania.  Un “minitour antimafia” spiegano dal suo entourage che tuttavia sembra essersi trasformato quasi in una marcia a tappe forzate. Primo step, Reggio Calabria.

Atteso da un gruppetto di simpatizzanti Cinque stelle, diligentemente muniti di bandiera, il presidente del Consiglio è arrivato in Prefettura, dove insieme al presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, era atteso per una “riunione operativa” con i vertici istituzionali della città e della Regione, delle forze dell’ordine e della magistratura. Sul piatto, la complessa situazione della città e della sua provincia, piegate dalla disoccupazione e schiacciate dalla dittatura dei clan. Solo nell’ultima settimana, in pieno centro a Reggio Calabria, un attentato incendiario ha distrutto un’attività commerciale avviata da poche settimane, qualche giorno dopo un asilo comunale è stato devastato, mentre la magistratura gioca oggi una partita decisiva nella lotta alla ‘ndrangheta, di cui da poco grazie al processo Gotha è stata per la prima volta individuata la “cupola”.

Una partita aperta, complessa, di cui anche il premier sembra essersi reso conto. “Qui – ha detto - c'é una delle forme di criminalità organizzata più virulente e pericolose, che mostra forti capacità di infiltrare le pubbliche amministrazioni". Ma sulla richiesta del procuratore capo di Reggio, Giovanni Bombardieri, che ha invocato “un urgente e necessario potenziamento degli organici delle forze di polizia e della polizia giudiziaria, il cui deficit inficia pesantemente il lavoro di prevenzione e di contrasto”, Conte non si pronuncia. Allo stesso modo non avere troppo tempo per intrattenersi con un gruppo di lavoratori in vertenza che lo attende fuori dalla Prefettura. Per eventuali risposte e soluzioni, bisognerà dunque aspettare la sua prossima vista, a gennaio quando “tornerò per una visita di un'intera giornata e più operativa. Coinvolgerò anche i ministri per i vari dossier. Spero di poter portare anche qualche soluzione”.

E i problemi sono tanti. “I dati – spiega Conte – dicono che nel 2016 26mila giovani laureati hanno abbandonato questo territorio. Significa perdita di capitale umano in una regione con una ampia diffusione di povertà e in cui una famiglia su tre è povera. Dobbiamo lavorare tanto». Come però non lo spiega. Forse non ha neanche il tempo per immaginarlo.  Oggi il premier deve correre, il suo programma è serratissimo. Finita la riunione in Prefettura ha tempo solo per una  firma a favore di telecamere del “registro della cittadinanza consapevole”, un album delle firme di chi ha voluto dichiarare pubblicamente di essere contro la ‘ndrangheta, poi via.

Alle 11.40 il presidente del Consiglio deve essere a Locri, per una visita in più tappe,  con prima sosta al bene confiscato al clan Cataldo, trasformato dal consorzio antimafia antimafia Goel in un ostello solidale, e una seconda di fronte alla casa di Franco Fortugno, l’ex presidente del Consiglio regionale ucciso in un seggio delle primarie del Pd. Secondo indiscrezioni circolate ieri, Conte avrebbe dovuto fare tappa anche all’ospedale di Locri, ma tutto è stato rimandato alla sua prossima visita. E sulla sanità regionale, tuttora commissariata, prende tempo “Va resa più efficiente. La rimozione del commissario Scura? Stiamo raccogliendo i dati, ci stiamo lavorando”.

Ma lavoro da fare – Conte lo ha capito – ce n’è tanto. Per questo, afferma, “non voglio che questo sia considerato un viaggio storico, ma ordinaria attività di governo”. Ma per il futuro non si mostra preoccupato, così come, assicura, “non sono preoccupato, ma assolutamente vigile per quanto riguarda la tutela dei nostri interessi” dopo la  bocciatura della manovra da parte dell'Ue. "Domani avrò l'incontro con gli interlocutori dell'Ue e quindi Juncker e mi confronterò con lui e con gli altri commissari. Spiegheremo le nostre ragioni e ci confronteremo molto serenamente in modo spero molto costruttivo. Ho varie argomentazioni e le esporrò dettagliatamente". Quali non è dato sapere, tanto meno se sarà necessario introdurre tagli strutturali a correzione della manovra già licenziata per evitare guai con Bruxelles. Qualcuno prova a chiederlo, ma Conte è già pronto per saltare in auto. Il suo tour in Calabria prevede ancora una tappa a Isola Capo Rizzuto, nei pressi di Crotone, ma alle 15 il premier dovrà essere a Napoli per l’inizio della parte campana del “tour”, che si concluderà nel pomeriggio con una “conversazione” con i giornalisti Sandro Ruotolo, Nello Trocchia e Salvatore Minieri, in passato minacciati dai clan.
 
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