Politica

Decreto sicurezza, i Cinquestelle ritirano i loro emendamenti. Il Pd abbandona la Commissione

(ansa)
In 18 avevano sfidato Salvini. La Lega accelera. Il ministro dell'Interno: bisogna fare in fretta. Verso il voto di fiducia. Fiano: è già tutto deciso


 
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Il Movimento 5 Stelle ha ritirato gli emendamenti al decreto sicurezza in Commissione Affari costituzionali alla Camera, dopo che nei giorni scorsi 18 deputati M5s avevano presentato una lettera al capogruppo con cui chiedevano delle modifiche, cercando così di aprire le maglie della protezione speciale di alcune categorie di migranti sugli Sprar e di introdurre restrizioni sulla vendita dei beni confiscati. Con questa mossa avevano sfidato il ministro dell'Interno Salvini.

Alla fine però erano rimasti 5 emendamenti. Tre deputati Valentina Corneli, Francesco Berti e Francesco Forciniti avevano depositato quattro emendamenti, ora ritirati, per allargare la protezione speciale di alcune categorie di migranti e sugli Sprar. Un quinto emendamento, sui beni confiscati, anch'esso ritirato oggi, portava invece un'altra decina di firme tra le quali quella della presidente della Commissione Giustizia, Giulia Sarti.

Così il provvedimento subisce un'accelerazione, come richiesto da Salvini.

Ha spiegato Salvini, parlando dalla Sardegna: "Il calendario  dice che o il decreto diventa legge entro il 3 dicembre o abbiamo perso mesi di lavoro inutilmente: ci sono centinaia di emendamenti delle opposizioni e io per carità quel decreto l'ho modificato più volte però  ci rimane una settimana di tempo e siccome ci sono tanti provvedimenti che  garantiscono più sicurezza agli italiani, prima diventa legge meglio è. C'è stato un incidente di percorso con il voto segreto, che io abolirei peraltro perché sarebbe giusto che gli italiani sappiano come i loro parlamentari votano - ha aggiunto - Non è stato il primo non è stato l'ultimo".

"Sta andando tutto molto veloce il lavoro in Commissione", ha confermato in mattinata  il deputato della Lega e membro della Commissione Gianluca Vinci -. È l'esito di accordi presi dai vertici, credo. Del resto nei giorni scorsi il presidente della Commissione, Giuseppe Brescia (M5S), aveva annunciato che non ci sarebbe stato ostruzionismo da parte loro. Così l'accelerazione imposta da Salvini, che vuole chiudere il prima possibile, per rispondere così al varo in prima lettura ieri sull'Anticorruzione, una legge che porta la firma dei Cinquestelle, ha stroncato sul nascere ogni forma di dibattito in Commissione, e ha costretto i 18 ribelli alla resa.

Il Pd nel pomeriggio ha ritirato tutti gli emendamenti e i suoi membri nel pomeriggio hanno abbandonato i lavori della Commissione Affari costituzionali. Lo ha annunciato il capogruppo in Commissione Gennaro Migliore. "Non c'è spazio per un dibattito democratico, é già tutto deciso. Così è ridicolo, é inutile perdere tempo", ha detto un altro componente Pd della Commissione, Emanuele Fiano.

I lavori dovrebbero concludersi alle 19: in teoria ci sono 600 emendamenti da esaminare e votare.

"Il nostro giudizio è negativo. Un testo incostituzionale che calpesta i principi fondamentali della nostra carta e quelli assunti dagli accordi internazionali", ha detto il coordinatore nazionale di Mdp, Deputato di liberi e uguali, Roberto Speranza. Essendo il decreto inemendabile per via dell'accordo tra Lega e M5s, speranza ad ogni emendamento discusso in Commissione legge un passo dell'inferno della Divina commedia di Dante, "per spiegare come verrà trasformata la vita degli stranieri nel nostro paese in futuro, e cioè appunto in un inferno".

 "C'è una emorragia di umanità nel nostro paese ma c'è anche una emorragia di memoria. Ci siamo dimenticati della nostra storia di migranti, le nostre fatiche, le nostre paure, le umiliazioni subite dai nostri nonni e dei nostri padri in giro per il mondo". Questo il giudizio di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e del Gruppo Abele, sul recente decreto sicurezza del governo Conte. Lo ha sottolineato a margine di un incontro con gli studenti dell'Università di Parma, ateneo che oggi gli consegnerà la laurea honoris causa in psicologia dell'intervento clinico e sociale.

 
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