Politica

Ditta del padre di Di Maio, i senatori Pd: "Vicepremier venga a riferire in Parlamento". Tiziano Renzi: non accostatemi a lui

Il vicepremier Luigi Di Maio (ansa)
Il gruppo dem al Senato annuncia un'interrogazione al ministro del Lavoro. Boschi: "Non auguro a Di Maio fango e odio subito dalla mia famiglia"
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''Il ministro Luigi Di Maio venga subito in Parlamento a dare la sua versione dei fatti su quanto trasmesso ieri da  'le Iene'. La prima cosa che l'esponente 5 Stelle deve chiarire è se la denuncia di Salvatore Pizzo è da ritenersi attendibile. In caso positivo, Di Maio deve dire alle aule parlamentari se il ricorso al lavoro nero è stata una pratica costante ed è proseguita anche negli anni in cui il vicepremier risultava proprietario al 50% della Ardima srl ovvero l'impresa familiare". Lo chiede in un'interrogazione urgente al presidente del Consiglio e al ministro del Lavoro, il presidente del gruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci.

"Di Maio - domanda il Pd nell'interrogazione sostenuta da diversi senatori - è inoltre a conoscenza di altre pesanti irregolarità che riguardano l'impresa stessa? Serve che il ministro riferisca prontamente in Aula. L'esponente del M5S è stato nel recente passato il principale animatore di campagne d'odio. Chissà cosa ne pensa ora che la sua famiglia è accusata di una condotta discutibile, come il ricorso ad un condono edilizio e l'utilizzo di manodopera a nero?'', chideono in conclusione i senatori Pd.

Intanto l'ex ministro delle Riforme Maria Elena Boschi posta un video su Facebook, in cui si rivolge al padre Di Maio: "Le auguro di dormire sonni tranquilli, e di non sapere mai cos'è il sentimento di odio che è stato scaricato addosso a me e ai miei. Di non sapere mai che cos'è il fango dell'ingiustizia che ti può essere gettato contro perchè, caro signor Di Maio, il fango fa schifo come fa schifo la campagna di fake news su cui il M5s ha fondato il proprio consenso".

Boschi al padre di Di Maio: "Non le auguro il fango che suo figlio ha gettato sulla mia famiglia"


"Io - prosegue - continuo a far politica solo per la mia nipotina, perchè possa sapere che la sua è una famiglia di persone per bene. Le auguro signor Di Maio di poter dire lo stesso della sua, anche se mi rendo conto che ogni giorno che passa per voi diventa più difficile".

Anche  l'ex premier Matteo Renzi interviene su Facebook e chiede al M5s le scuse per il fango gettato su suo padre: "Sono convinto che la presunta 'onestà' dei Cinque stelle sia una grande fakenews, una bufala come dimostrano tante vicende personali, dall'evasore Beppe Grillo in giù. Ma sono anche convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e questo lo dico da sempre, a differenza di Di Maio che se ne è accorto adesso".


"Rivedo il fango gettato addosso a mio padre. Rivedo la sua vita distrutta dalla campagna d'odio dei 5 Stelle e della Lega", scrive tra le altre cose il senatore del Pd spiegando: "La vita di mio padre è cambiata, per sempre. Non è un mio problema dunque sapere se il padre di Di Maio sia responsabile o no di lavori in nero, evasione fiscale, abusi edilizi. Non m'interessa davvero. Sono però certo che Di Maio figlio sia il capo del partito che è il principale responsabile dello sdoganamento dell'odio. Hanno educato, stimolato e spronato a detestare chi provava sinceramente a fare qualcosa di utile. Hanno ucciso la civiltà del confronto. Hanno insegnato a odiare".

"Non dobbiamo ripagarli con la stessa moneta. Ma prima di fare post contriti su Facebook chiedano almeno perdono alla mia famiglia per tutta la violenza verbale di questi anni. Se Di Maio vuole essere credibile nelle sue spiegazioni prima di tutto si scusi con mio padre e con le persone che ha contribuito a rovinare. Troverà il coraggio di farlo?", conclude Renzi.

Interviene nella polemica anche il padre dell'ex premier, Tiziano Renzi: "Chiedo cortesemente di non essere accostato a personaggi come il signor Antonio Di Maio. Io non ho mai avuto incidenti sul lavoro in azienda e se si fossero verificati mi sarei preoccupato di curare il ferito nel miglior ospedale, non di nascondere il problema. Non ho capannoni abusivi, non ho dipendenti in nero, non dichiaro 88 euro di tasse. Sono agli antipodi dall'esperienza politica missina". Lo scrive su Facebook Tiziano Renzi, padre di Matteo: "Ho preso l'impegno di vendere l'azienda e lasciare le mie attività".


 
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