Politica

Non dire Gattuso

Marziani / Il Pd è alla ricerca di una nuova leadership. Ecco il nostro elenco
1 minuti di lettura
La curiosa coincidenza per cui Rino Gattuso, rispondendo a Matteo Salvini che gli contestava la tattica del Milan, l’ha – come dicono a Oxford – mandato a dar via il cü, ne ha fatto d’incanto il leader in pectore di un’opposizione che al momento vagola intorno ai bastioni di Orione. L’errore non è nuovo: basti ricordare Antonio Di Pietro, un onest’uomo che ha con la sinistra la stessa dimestichezza di Carlo Calenda con una cravatta decente, Adriano Celentano, che è progressista come un fattore dell’Appenzeller, o Mario Monti, che fu ritenuto liberal solo perché era pettinato come il secondo dei Fratelli Rosselli. Succede, a chi ha smarrito l’identità da tempo, più o meno dai tempi in cui Corrado Guzzanti imbastiva il meraviglioso pezzo de l’Ottavo Nano in cui il suo Walter Veltroni cercava invano candidati alternativi a Rutelli: Paola e Chiara, Leonardo Di Caprio, Amedeo Nazzari (“È MORTO”). Era il 2001. Citandolo indegnamente, mi permetto di immaginare chi, dopo il tecnico rossonero, un uomo che potrebbe certamente lasciare il segno a patto di intervenire sul cosiddetto Capitano a piedi uniti, Pd e compagnia punteranno a breve per ritrovare un’ipotesi di leadership.

Cristina D’Avena Ha fatto sognare generazioni di bambini, anche qualche adulto, ha lavorato a lungo per la Fininvest come Indro Montanelli, ha spesso cantato alle Feste de l’Unità, ha già pronto un inno adatto ai tempi: “Vola, vola, mio mini Pd”.

Antonio Conte Europeista convinto (è per la libera circolazione di sé stesso, basta che lo paghino molto) è attualmente senza contratto e sa vincere. Il fatto che sia antipatico ai più è un punto a favore, dato che il Pd al momento è antipatico a tutti.

Silvio Berlusconi Ultimamente le perde tutte, come la sinistra. È favorevole all’euro, come la sinistra. È andato a pu**ane anni fa, come la sinistra.

Quello biondo dei Cugini di Campagna È uscito dal gruppo litigando, come LeU, si lamenta sui giornali, come LeU, rispetto agli altri aveva la voce troppo sottile, come LeU. Il suo cavallo di battaglia è quel che hanno pensato gli elettori di LeU quando si è divisa: “Anima mia”. O comunque una frase con dentro l’anima.

Dylan Dog Si veste come Bersani, ha la strafottenza di Renzi, somiglia a Martina prima di farsi il botox, ha a che fare con un Marx che non spaventa nessuno, piace trasversalmente. Dice: è un personaggio inventato. Perché, Dario Corallo esiste davvero?

Marco Minniti. Punto.
I commenti dei lettori