Politica

Primarie Pd, proposta commissione per il 3 marzo. Martina annuncia il ticket con Richetti

I candidati restano in sette, una sola donna in campo. In corso la riunione della commissione per il congresso che deciderà la data della consultazione ai gazebo. Giachetti critico sull'ipotesi di voto senza quorum

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Matteo Richetti, l'ottavo candidato alla segreteria del Pd, fa un passo indietro. Lascia la corsa e offre il suo sostegno al segretario uscente Maurizio Martina. "Ho chiamato Maurizio. Gli ho promesso lealtà e sostegno, ma gli ho chiesto radicalità e coraggio - spiega in una nota il senatore dem - Maurizio ha accettato di fare sue le nostre proposte e il nostro stile. I nostri elettori ci chiedono di tornare credibili. Serve una alternativa forte, inclusiva, responsabile". Le primarie dem dovrebbero essere il 3 marzo, così come proposto dalla commissione. Solo una decisione della direzione nazioanale potrebbe cambiare data.

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Martina, da parte sua, ringrazia il nuovo alleato: "È la dimostrazione che ci si può unire anziché dividere. Oltre i tatticismi, i veti, le correnti, le convenienze".

Con l'annuncio della sua discesa in campo dato ieri da Maria Saladino, fondatrice dell'associazione "Piazza dem" e prima donna in corsa, rimangono dunque in sette i candidati per la segreteria del Pd. Manca ancora la data delle primarie, ovvero il giorno in cui verranno allestiti i gazebo per votare.


Il favorito nei sondaggi rimane il governatore Nicola Zingaretti, seguito a breve distanza dall'ex ministro dell'Interno Marco Minniti. In pista appunto Martina, che ha dichiarato in una recente intervista a Repubblica di partecipare alle primarie per non creare spaccature nel partito. Candidati anche Cesare Damiano, già responsabile Lavoro del Pd, Francesco Boccia (in quota Emiliano) e l'outsider Dario Corallo, esponente dei giovani democratici che si presenta come un "rottamatore 2.0".

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Mentre la commissione per il congresso è ancora riunita per elaborare una proposta sulle primarie (a cominciare dalla data) che sarà portata in direzione domani alle 13.30, c'è chi - come Roberto Giachetti - si mostra critico nei confronti dell'ipotesi che alle primarie nessuno prenda il 50,1% dei voti e che i candidati sui accordino per assegnare la vittoria comunque al più votato.


In merito Giachetti twitta: "Non scherziamo. Lo statuto si cambia in Assemblea, non per accordi tra candidati. Potevate pensarci prima. Così come, se volevate anticipare il congresso, potevate deciderlo a luglio per farlo a ottobre o anticipare le dimissioni. Le regole si cambiano legalmente non violandole".

La senatrice dem Monica Cirinnà polemizza invece sulla decisione di Richetti di andare in ticket con Martina: "Una scelta che chiarisce tanti equivoci più che adombrati nei giorni scorsi. La storia comune come portavoce di Renzi dell'uno e di vicesegretario di Renzi dell'altro va così a riunirsi in una proposta politica in piena continuità con renzismo del passato". Pensiero condiviso anche dal senatore dem Antonio Misiani.

Intanto Boccia propone di utilizzare il congresso per fare una grande campagna di adesione. "Apriamo il tesseramento online per superare le resistenze che molti militanti trovano, da Nord a Sud, nel potersi tesserare nel proprio circolo e, soprattutto, consentiamo di potersi iscrivere al Pd a tutti gli italiani che lo desiderano, fino al giorno del voto", afferma il candidato alla segreteria.
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