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Congresso Pd. Martina: "Ai gazebo delle primarie firme per un referendum sul decreto sicurezza"

(ansa)
L'ex segretario lancia l'idea di raccogliere le firme per cancellare le norme care a Salvini appene approvate. Minniti e Zingaretti: "Il congresso andava fatto prima". L'ex ministro dell'Interno: "Corro per arrivare primo. Se arrivo secondo non userò marchingegni".
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ROMA - Raccogliere le firme ai gazebo delle primarie del Pd per un referendum abrogativo del decreto sicurezza. Maurizio Martina lancia la proposta agli altri candidati alla poltrona di segretario dem durante una conferenza stampa congiunta con il compagno di ticket Matteo Richetti.

"Facciamo una proposta aperta al Pd e ai candidati: fare in modo che le migliaia dei gazebo siano occasione anche per raccogliere le firme per un referendum abrogativo del decreto sicurezza!, dice Martina in un circolo romano. Primo passo, aggiunge, di un "congresso che è solo il primo tempo di un lavoro costituente per i democratici"
 
L'ex segretario lancia questa proposta con uno spirito unitario nei confronti degli altri candidati. "Ho sempre rifiutato l'idea del nemico vicino. Noi sceglieremo un altro linguaggio, un altro stile, un altro tema. E non seguiremo gli algoritmi ma la passione che ci accomuna", dicembre

Per questo, continua Martina, "proponiamo che le primarie siano un atto fondamentale di alternativa al pericolo che sta generando questo governo, un atto concreto di opposizione e alternativa per il paese".
 
"Noi facciamo una proposta che esce dai 'biscotti', dal 51%, dalle tattiche e dal chi sostiene chi", aggiunge Richetti. Risposta alle polemiche nel Pd su un accordo fra lui e l'ex segretario per danneggiare di fatto la candidatura di Nicola Zingaretti.

Martina conviene e spiega: "A noi non interessa di discutere il congresso come un referendum su di noi, guardando lo specchietto retrovisore. Non ci frega nulla delle percentuali. Vogliamo stare sulla ricostruzione delle idee e della sfida politico culturale". "Questo congresso - conclude - è solo il primo tempo di un lavoro costituente per i democratici".
 
Nel frattempo, Zingaretti prende atto della data delle primarie e rivendica la richiesta di fare un congresso rapido avanzata con largo anticipo. Anche il governatore del Lazio chiede un'unità dentro al Pd e invita tutti a collaborare.
 
"Faccio un appello - dice Zingaretti - Tutti ai gazebo per cambiare e voltare pagina. Io sono l'unico che chiede il congresso dal 13 marzo dello scorso anno". La cosa importante ora - spiega - è partecipare: partecipare alla fase dei circoli con piena libertà, con la voglia di cambiare e di dare un segnale al Paese".
 
Anche Marco Minniti lamenta il ritardo con sui si arriva al congresso. "Non potevamo aspettare ancora un po' per le primarie; io le avrei fatte prima. Un partito che perde le elezioni fa un congresso subito", dice l'ex ministro dell'Interno.
 
E rispetto alle polemiche interne sugli accordi fra i candidati e i ticket, Minniti, dice: "Io corro per arrivare primo. Se arrivo secondo non c'è alcuna possibilità che faccia il segretario, non ho intenzione di eludere la volontà degli elettori con dei marchingegni".
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