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Salvini in Israele, lettera aperta di ebrei italiani: "Condanni l'antisemitismo". Un caso il mancato incontro con Rivlin

Matteo Salvini (lapresse)
Cento esponenti della comunità ebraica al ministro dell'Interno, alla vigilia della sua visita a Gerusalemme: "Siamo preoccupati per l'acuirsi di forme di intollerenza". Il quotidiano Haaretz: "Non dovrebbe essere persona gradita". E attribuisce un significato politico al fatto che non vedrà il presidente israeliano
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Un viaggio difficile, quello di Matteo Salvini in Israele, l'11 e il 12 dicembre. Che nasce nel segno di una polemica per il mancato incontro con il presidente Rivlin. Nei giorni scorsi, il quotidiano Haaretz in un editoriale ha affermato che "Salvini dovrebbe essere persona non gradita in Israele". Ieri, lo stesso giornale ha diffuso la notizia secondo cui il presidente dello stato d'Israele, Reuven Rivlin, non incontrerà il ministro dell'Interno italiano. E ha collegato la notizia a quanto detto da Rivlin alla Cnn nei giorni scorsi, cioè che un movimento neo-fascista non dovrebbe essere ben accetto in Israele.


"Tu non puoi dire 'ammiriamo Israele e vogliamo legami stretti ma siamo neo-fascisti'", aveva detto Rivlin al network americano parlando in generale del neofascismo in Europa e non specificamente della Lega. "L'incontro con il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini non è possibile per problemi di agenda del presidente Reuven Rivlin", ha detto il portavoce di Rivlin, Jonathan Cummings.

"Si prende atto della dichiarazione del portavoce del presidente israeliano, secondo il quale Reuven Rivlin non potrà incontrare il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini solo per motivi di agenda", fanno sapere fonti del Vimininale. "Proprio per questo, il colloquio tra i due non era mai stato previsto. Il presunto sgarbo del presidente Rivlin a Salvini è frutto di una fantasiosa ricostruzione di un quotidiano israeliano di sinistra". In Israele, oltre a incontrare il primo ministro Netanyahu, Salvini visiterà lo Yad Vashem - il memoriale dell'Olocausto - e farà tappa alla sinagoga italiana di Gerusalemme.

Al caso Rivlin si aggiunge una lettera aperta firmata da oltre 100 ebrei italiani, tra cui Gad Lerner, Michele Sarfatti, Giorgio Gomel, Anna Foa, Luca Zevi in cui viene chiesta a Salvini la condanna degli atti di antisemitismo "in movimenti e partiti della destra etno-nazionalista in Italia e in Europa", degli "atti aggressivi" contro le comunità Rom e Sinti e "di razzismo contro stranieri e migranti". Si legge: "Preoccupati per l'acuirsi di forme di intolleranza in Italia come altrove", i firmatari auspicano che Salvini in Israele, "nazione di immigrati e rifugiati", pronunci "una condanna ferma di atti di antisemitismo, di rimozione della memoria, di banalizzazione degli orrori degli anni '30 e '40 del '900, in movimenti e partiti della destra etno-nazionalista in Italia e in Europa" e di "atteggiamenti e atti aggressivi diretti contro le comunità Rom e Sinti". Infine la condanna "di atteggiamenti e atti di razzismo contro stranieri e migranti da parte di individui, movimenti organizzati e settori delle pubbliche amministrazioni".




 
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