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Giachetti, il candidato di scuola radicale diventato un renziano doc. La corsa in ticket con Ascani

(ansa)
Ambientalista e socio fondatore della Margherita "Bobo", come lo chiamano gli intimi, ha presentato la sua candidatura nell'ultimo giorno utile
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"Ci mettiamo la faccia e ci candidiamo insieme per dare una scossa agli altri che non si riconoscono nelle altre candidature". Così Roberto Giachetti annuncia, seduto su un divanetto con Anna Ascani, il ticket creato in zona Cesarini da una parte dei renziani in vista del Congresso.

Per Giachetti, cresciuto alla scuola radicale, è l'ennesima sfida impossibile. L'ultima è stata quella del Campidoglio, una candidatura accettata obtorto collo dopo lo scandalo di Mafia capitale e la rovinosa caduta di Ignazio Marino al quale lo stesso Pd aveva ritirato la fiducia. È andata come doveva andare ma la doppia tessera radicale Giachetti, fino ad allora vicepresidente della Camera, ha guadagnato la stima totale di Matteo Renzi. E anche di molti avversari.Consolidando l'amicizia con Giorgia Meloni nata a Montecitorio malgrado le differenze politiche.

Ambientalista e socio fondatore della Margherita, "Bobo" come lo chiamano gli intimi (ma anche Dumbo così ribattezzato dai romani per le orecchie a sventola), ha lavorato per due consiliature con Francesco Rutelli, prima come capo della segreteria poi come capo di gabinetto. In Parlamento è approdato la prima volta nel 2001 con la Margherita. È alla quinta legislatura. Profondo conoscitore dei regolamenti parlamentari, Giachetti è stato segretario d'aula e vicepresidente di Montecitorio. È stato proprio lui nella scorsa legislatura a sponsorizzare Luigi Di Maio per una vicepresidenza. Restano memorabili i suoi digiuni per le leggi elettorali e molto altro.

Cresciuto alla scuola di Marco Pannella Giachetti ha una capacità di resistenza alla fame e alla sete invidiabili. È certamente stato un pasdaran di Matteo Renzi. Nel dicembre del 2016 attaccò senza misure Roberto Speranza e la minoranza del Pd: "Avete la faccia come il culo", disse costringendo il presidente dell'assemblea Pd, Matteo Orfinia, a richiamarlo all'ordine. Alle ultime elezioni ha  suscitato grandi polemiche la sua ricandidatura nel collegio blindato di Sesto Fiorentino. Su Facebook aveva annunciato di voler correre senza paracadute nell'uninominale a Roma 10, collegio assegnato al radicale Riccardo Magi. E Giachetti è finito nel blindato collegio fiorentino. "Giuro che non sapevo che Magi sarebbe stato candidato lì, sono in buona fede", si è difeso. "Candidato a sua insaputa" l'ha attaccato la rete.
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