Politica

Ddl anticorruzione, quasi cento richieste di voto segreto: il governo pone la fiducia in Senato

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede (agf)
Le richieste di modifica erano arrivate dall'opposizione. I Cinquestelle negano paura e preoccupazione per la tenuta dell'accordo con la Lega. Il ministro Bonafede vuole l'approvazione entro la fine dell'anno. I 5S hanno già programmato uno "Spazzacorrotti day" per il 22 dicembre
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Quasi cento voti segreti. Su poco meno di 150 emendamenti. Tutti dell'opposizione. Un'opposizione unita - Pd e Forza Italia - e decisa a dare battaglia sulla legge del Guardasigilli Alfonso Bonafede da lui battezzata a settembre come la "spazzacorrotti". Inevitabile, di conseguenza, la questione di fiducia posta dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Fraccaro, fiducia che sarà votata domani. "Ragioni di urgenza non solo per la legge che la prossima settimana alla Camera avrà il suo definitivo via libera, ma anche ragioni di calendario del Senato perché è in arrivo la manovra economica" spiegano fonti grilline. Che negano al contempo paura o preoccupazioni sulla tenuta della maggioranza sulla legge anticorruzione.

L'arrivo del dibattito sulle misure economiche, che si preannuncia molto impegnativo, è noto. Altrettanto lo è la pressione di Bonafede, deciso a chiudere "prima di Natale" il cammino della sua legge. Tant'è che M5S ha già organizzato uno speciale evento per celebrare il varo di una legge considerata strategica nel programma di governo pentastellato.

Legge che contiene tre capisaldi. Innanzitutto la riforma della prescrizione, in vigore solo dal gennaio 2020, con la quale si fermerà l'orologio dei reati definitivamente dopo il processo di primo grado. Poi il cosiddetto Daspo contro i corrotti che bloccherà definitivamente la possibilità di ottenere commesse pubbliche e appalti per chiunque sia condannato per i reati del ceppo della corruzione. Ancora, l'agente sotto copertura, figura simile a quella già utilizzata nelle indagini sulla criminalità organizzata, che permetterà a un agente di polizia di infiltrarsi in un'organizzazione corrutiva per favorire e ampliare le indagini. L'ultimo capitolo è quello delle nuove regole sul finanziamento ai partiti che stringe le attuali norme della legge Letta del 2013. Ogni versamento ai partiti che supera i 500 euro dovrà essere reso pubblico e documentato. Regola che varrà sia per i partiti che per le fondazioni.

Tutte queste novità sono duramente contestate dalle opposizioni, tranne che da Leu di Piero Grasso, l'ex presidente del Senato ed ex procuratore antimafia, che anzi consiglia ai grillini misure ancora più drastiche. Ma sia il Pd che Forza Italia invece - lo hanno detto in aula, prima che venisse posta la fiducia, per Fi il capigruppo Bernini e l'ex toga Caliendo, per il Pd Cucca, Rossomando e Cirinnà - parlano di legge "spot", di norme "anticostituzionali" destinate a creare un vulnus alle regole del processo, soprattutto a renderlo infinito per via della prescrizione bloccata.

A soffiare sul fuoco della protesta anche magistrati ed avvocati. Che contestano soprattutto la prescrizione, convinti che senza cambiare prioma le regole del processo stesso, il blocco del decorrere del tempo per ciascun reato rischia di rendere inchieste e dibattimenti infiniti. Assieme, toghe - l'ex presidente dell'Anm Eugernio Albamonte - e penalisti, hanno chiesto a Bonafede di soprassedere, e togliere la prescrizione dal provvedimento, in attesa di cambiare complessivamente le regole del processo. Proposta respinta al mittente perché Bonafede invece ha già aperto un tavolo in via Arenula proprio con magistrati e avvocati per cambiare subito il processo penale ed essere pronto quindi, con le nuove norme, quando la prescrizione entrerà in vigore a gennaio 2020.         



 
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