Politica

Decreto sicurezza, Conte: "Pronto a incontrare Anci con Salvini". Ma il ministro: "Sindaci traditori". Sala: "Cambi la legge"

Il post di Salvini "Per certi sindaci la pacchia è finita" (ansa)
Interviene Palazzo Chigi: "La legge deve essere rispettata, ma pronti a chiarimenti". Il numero uno dell'Anci: "Bene la disponibilità". Ma il ministro dell'Interno: "Il testo non cambia". Contro il provvedimento si schiera anche il primo cittadino di Milano. E in Sicilia un fronte trasversale Pd-Fi-M5S
4 minuti di lettura
Dopo una nuova giornata di scontro tra i sindaci e Matteo Salvini, interviene - sulla questione del decreto sicurezza - Palazzo Chigi: "Se l’Anci desidera segnalare eventuali difficoltà applicative - si legge in una nota - ben venga la richiesta di un incontro con il Governo, al quale anche il presidente del Consiglio è disposto a partecipare insieme al ministro dell’Interno. Inaccettabili, invece, sono le posizioni degli amministratori locali che hanno pubblicamente dichiarato che non intendono applicare una legge dello Stato. Disapplicare una legge che non piace equivale a violarla, con tutte le conseguenti responsabilità".



Insomma, un'apertura da parte di Giuseppe Conte sia pure con il richiamo al dovere di applicare le leggi. Ma, subito dopo la nota, arriva una nuova dichiarazione di fuoco di Matteo Salvini: "Amici dei clandestini, traditori degli italiani!", scrive il ministro dell'Interno su Facebook, riferendosi ai sindaci che si oppongono al decreto sicurezza. Ed esclude una revisione del provvedimento: "Lo abbiamo già discusso, limato per tre mesi e migliorato". Già prima aveva dichiarato: "È finita la pacchia. Se qualche sindaco non è d'accordo si dimetta. Rispettino la firma di Mattarella". Insomma, due linee divergenti.

Per tutta la giornata i toni sono stati accesi. "Tutti i regimi hanno iniziato dalle leggi razziali", attacca il sindaco di Palermo. "Stiamo valutando la strada per arrivare alla Consulta", interviene il sindaco di Firenze. "Il linguaggio di Salvini è indegno di un ministro dell'Interno" dichiara il sindaco di Napoli. E scende in campo anche il sindaco di Milano, Beppe Sala: "Salvini ci ascolti e riveda il decreto". Nella polemica interviene anche il presidente Anci, Antonio Decaro:  "Se il ministro ritiene che il mestiere di sindaco sia una pacchia - avverte - siamo pronti a restituirgli, insieme alla fascia tricolore, tutti i problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare". Poi prende atto dell'iniziativa del governo: "Bene la disponibilità a incontrarci". E annuncia per il 10 gennaio la riunione del comitato direttivo dell'Anci.

In soccorso al vicepremier leghista arriva, dopo una giornata di silenzio dal fronte M5S, il vicepremier grillino: "La protesta dei sindaci è solo campagna elettorale" taglia corto Luigi Di Maio.
 

Sala: "Salvini ci ripensi e riveda le legge"

Ieri contro il decreto sicurezza si era schierato - per il Comune di Milano - l'assessore alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Aggiungendo: "Sarà Beppe Sala a decidere". E oggi il primo cittadino milanese interviene con un post su Facebook: "Ministro Salvini, ci ascolti e riveda il decreto sicurezza, così non va!", è l'appello. E spiega: da settimane "noi sindaci avevamo richiesto, anche attraverso l'Anci, di ascoltare la nostra opinione su alcuni punti critici" ed è necessario "valutare impatto sociale ed economico" del provvedimento.


Orlando: "Ricorso dal giudice civile"

Orlando non demorde e andrà davanti al giudice civile. "Ho dato incarico al capo ufficio legale del Comune - ha affermato - di adire davanti al giudice civile per sottoporre la questione del decreto Salvini", dice il sindaco di Palermo, dopo essersi preso la scena nazionale sospendendo una parte della normativa sulla sicurezza.

SCHEDA. DL SICUREZZA: I PUNTI CONTESTATI DAI SINDACI

"Io vado davanti al giudice civile - spiega Orlando - perché non posso andare direttamente alla Corte costituzionale. Un sindaco cosa fa? Solleva la questione in un processo e, quindi, io andrò davanti al giudice dei diritti della sezione civile e chiederò un'azione sulla conformità della norma".

 

In Sicilia nasce fronte Pd-Fi-M5S anti Salvini

In Sicilia sta già nascendo un fronte trasversale Fi-M5S-Pd anti salviniano che si sta schierando a fianco di Orlando. Il sindaco di Palermo trova anzitutto l'appoggio di Gianfranco Micciché, presidente dell'Assemblea regionale siciliana e commissario di Forza Italia in Sicilia.

Decreto Sicurezza, il costituzionalista Azzariti: "La Corte lo sgonfierà, ma ci vorranno anni"

Micciché, che quest'estate andò a portare solidarietà ai migranti della Diciotti e diede dello "stronzo" a Salvini, ieri ha annunciato una seduta dell'Ars dedicata al tema immigrazione. E a chi ha fatto notare che una carica istituzionale non può invitare alla disobbedienza civile, il proconsole di Berlusconi in Sicilia ha risposto così: "Le leggi vanno applicate? Purtroppo furono applicate anche le leggi razziali. State sicuri che, se sulla Diciotti ci fossero stati centinaia di svedesi e non neri, Salvini non avrebbe chiuso il porto di Catania...".

Il neo-segretario del Pd siciliano, il renzianissimo Davide Faraone, ha subito indicato in Orlando "un modello sa seguire". E questo non è sorprendente, visto che Orlando, prima delle Politiche, annunciò l'adesione ai dem.

Meno scontato il sostegno giunto al sindaco di Palermo dal grillino Ugo Forello, che nel 2017 fu candidato alla guida del Comune di Palermo, per M5S, proprio contro Orlando: "Tante cose mi dividono da Leoluca ma in questo caso, fossi stato sindaco, mi sarei comportato assolutamente come lui. Il decreto sicurezza ha diversi profili incostituzionali e, nello specifico, la norma che impedisce l'iscrizione all'anagrafe ai migranti con il permesso di soggiorno in scadenza - sostiene Forello - crea un'inqualificabile divisione fra cittadini di serie A e di serie B".

Anche un altro sindaco, quello di Pomezia (Roma) sostiene che "i diritti basilari vadano dati". "Come sindaco di un Comune - dichiara Adriano Zuccalà al Corriere della Sera - mi vedo assegnato il compito di tutelare le persone in difficoltà, e questo voglio fare".


Nardella: "Valutiamo strada per arrivare a Consulta"

"Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati e con alcuni costituzionalisti - spiega Dario Nardella, sindaco di Firenze - anche una strada perché si possa arrivare alla corte costituzionale, ben sapendo che i comuni non hanno la facoltà di fare un ricorso diretto, ma possono appellarsi al giudice ordinario o al giudice amministrativo affinché venga posta la questione in via incidentale".

Firenze, il sindaco Nardella attacca Salvini: "No a intimidazioni. Stiamo studiando ricorso contro Decreto sicurezza"


De Magistris: "È Salvini che deve dimettersi"

Per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il linguaggio di Matteo Salvini "è violento e indegno di un ministro dell'Interno". "Io sono indignato da italiano di essere rappresentato da Salvini che in questo momento rappresenta un intero governo. Ma anche Di Maio, Toninelli e tutti gli altri sono nella stessa barca dell'indegnità". E aggiunge: "Salvini non rispetta la Costituzione, si dimetta".

Mi spiace che un Ministro dell'Interno, parlando da una pista da sci, si riferisca ai sindaci delle più importanti Città metropolitane d'Italia, che insieme rappresentano circa un quinto della popolazione dell'intero Paese, definendoli poveretti. Evidentemente Salvini non ha compreso le perplessità che abbiamo espresso", dice il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Anche Maurizio Martina, candidato alla segreteria dem, dice: "Il governo convochi i sindaci, non li minacci".

"Condivido in pieno la posizione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che si è schierato dalla parte dei diritti umani riconosciuti dalla Costituzione e contro le politiche che incentivano l'odio sociale e il razzismo", dichiara il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino. "Ho chiesto al Segretario generale del Comune di Fiumicino - prosegue il sindaco - di convocare urgentemente una task force di giuristi per capire quale strada si possa percorrere".


La fronda dei sindaci di centrodestra

"Riguardo alle minacce che il ministro dell'Interno rivolge ad alcuni sindaci, non vorrei essere costretto a fargli notare che poco tempo fa, prima di diventare ministro, egli stesso invitava platealmente i sindaci a disobbedire a una legge dello Stato, quella sulle unioni civili", dichiara il presidente dell'Anci, Antonio Decaro. Nel fronte dell'Anci si apre però una fronda di sindaci di centrodestra, tra cui quelli di Verona, Novara, Ascoli, Terni, Arezzo, Grosseto, Chieti, L'Aquila. "Caro presidente - scrivono a Decaro - ti chiediamo di farti garante affinché l'associazione non venga usata strumentalmente su queste questioni".

Anpi con i sindaci che si oppongono

L'Anpi si schiera con i sindaci che "hanno deciso di sospendere l'attuazione di quelle parti della legge sicurezza e immigrazione inerenti l'attività dei Comuni". A dirlo è la presidente, Carla Nespolo. "La coraggiosa decisione di Orlando e di altri sindaci - continua - apre anche sul terreno istituzionale quel percorso di resistenza civile che da tempo Anpi aveva auspicato non contro questo Governo in quanto tale, ma contro i provvedimenti che negassero i fondamentali diritti costituzionali ribaditi dalla Dichiarazione universale dei diritti umani".



 
I commenti dei lettori