Politica

M5S-Lega, tutti i duelli tra Di Maio e Salvini alla riapertura delle Camere

Luigi Di Maio e Matteo Salvini 
Oggi scadono i termini per la presentazione degli emendamenti sul referendum propositivo, motivo di scontro tra i due alleati. Ma dai migranti alla legittima difesa, dal decreto sicurezza alla infrastrutture sono tanti i conflitti che potrebbero esplodere nelle prossime ore
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È la settimana del ritorno al lavoro per i parlamentari. Le assemblee di Montecitorio e Palazzo Madama in realtà riapriranno i battenti mercoledì 9, ma già oggi in mattinata scadono i termini per la presentazione degli emendamenti sul referendum propositivo, cioè la prima proposta di legge di riforma costituzionale - targata M5S - del governo gialloverde. I rapporti tra i due leader della maggioranza sono in una fase di gelo, tanto che per ora non c'è stato alcun faccia a faccia, nonostante l'imminente ritorno al lavoro delle Camere. E la settimana potrebbe riservare scintille tra i protagonisti della maggioranza, già alle prese con il braccio di ferro sul destino della Sea Watch.  

Referendum propositivo

Oggi si sono chiusi i giochi, per quanto riguarda le proposte di modifica sul referendum propositivo (finora la nostra Costituzione prevede solo quello abrogativo).
Ieri Matteo Salvini è stato chiaro: "Il quorum serve". Il capogruppo leghista in commissione Affari costituzionali Igor Iezzi aveva  presentato un emendamento che prevede una soglia del 33 per cento perché sia valido. Ma l'emendamento alla fine è stato ritirato. Ciò non significa però, ha chiarito lo stesso Iezzi, che la Lega rinuncerà alla battaglia. Il Carroccio ritiene infatti indispensabile l'introduzione di un quorum. Molti - sia nell'opposizione che tra i costituzionalisti - temono che l'assenza di un quorum possa essere boomerang, rischiando di esautorare il Parlamento con poche migliaia di votanti. Ma la proposta dei 5 Stelle non lo prevede. Il ministro M5S Fraccaro ha ricordato che la cancellazione del quorum è scritta nel contratto di governo firmato da entrambi, puntando così a valorizzare la democrazia diretta. Insomma, nonostante le obiezioni leghiste, per ora i pentastellati non sembrano intenzionati a indietreggiare.
 

Legittima difesa

La Lega vuole incassare subito la legittima difesa. "Vorrei che fosse approvata prima delle regionali in Abruzzo del 10 febbraio", ha detto Matteo Salvini. E ha lanciato un avvertimento agli alleati. Facendo sapere che si aspetta di non avere "scherzi in Parlamento". Da mercoledì 9 gennaio in commissione giustizia alla Camera si svolgeranno alcune audizioni, venerdì 11 a mezzogiorno è fissato il termine per gli emendamenti. La conferenza dei capigruppo dovrebbe calendarizzarne l'approdo in aula entro gennaio. Ma il monito di Salvini agli alleati non è casuale. Approvata al Senato a fine ottobre, la legittima difesa troverà alla Camera un drappello di Cinquestelle intenzionato a dare battaglia. Apportando modifiche al provvedimento. Sono i deputati più vicini a Roberto Fico a guidare la fronda (18 parlamentari alla Camera avevano già scritto una lettera per modificare il decreto sicurezza). Ma i margini della maggioranza alla Camera non offrono molte chance di successo.
 

Stipendi dei parlamentari

La Lega potrebbe provare a placare i mal di pancia grillini con qualche concessione sugli stipendi dei parlamentari. "Il taglio è sacrosanto", ha detto ieri Salvini. La battaglia sui costi della politica è nel dna dei 5Stelle, mentre il provvedimento non è nel cuore dei leghisti. Salvini sembra infatti intenzionato a concedere il via libera prima delle Europee solo alla Camera.


Decreto sicurezza

In settimana potrebbe esserci l'incontro offerto dal premier Giuseppe Conte ai sindaci sul decreto sicurezza. Senza Matteo Salvini. Su questo tema il presidente del Consiglio ha provato a ritagliarsi uno spazio autonomo, ma i margini sono stretti. E il clima è caldo. Le regioni preparano i loro ricorsi alla Consulta mentre tra sindaci e parlamentari 5Stelle sono molti i malumori. Basti pensare che la senatrice M5S Fattori ieri ha definito "pirla" il leader della Lega, che se la prende con "con 49 disgraziati" della Sea Watch. Sempre in settimana, poi - il 10 gennaio - il presidente del Consiglio dovrebbe incontrare i rappresentati del Terzo Settore per provare a correggere l'aumento dell'Ires previsto dalla manovra per il non profit. 

Tav

La vicenda delle trivelle ha toccato un nervo scoperto per i 5Stelle. È un nuovo colpo per l'anima ambientalista del Movimento. E in settimana, il 12 gennaio, ci sarà una nuova fonte di stress per i pentastellati. Il ritorno in piazza dei Sì Tav. Con Lega e 5Stelle ancora una volta su fronti contrapposti.


Autonomia

Il premier Conte si è impegnato ad avviare il negoziato con le Regioni in pole per l'autonomia entro il 15 febbraio, dopo un'ulteriore riflessione nella maggioranza. "Stiamo lavorando al massimo della forza per ottenere il risultato il prima possibile", ha detto Di Maio pochi giorni fa durante una visita in Veneto. "Quando parla Di Maio è come se avesse parlato tutto il Movimento", si è affrettato a dire il governatore del Zaia. Ma le resistenze nei 5Stelle su questo sono tante. Soprattutto tra gli eletti al sud. E il percorso, per le regioni in attesa dei superpoteri, potrebbe essere accidentato.
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