Politica

Congresso Pd, quei cattolici dem che scelgono Zingaretti

Coordinati dall'europarlamentare dem Enrico Gasbarra si sono riuniti a porte chiuse con il governatore del Lazio: “Il suo richiamo al fondatore del Partito popolare è stato molto apprezzato. Un segno di rispetto verso le nostre radici”

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ROMA - Poprio il giorno prima del centenario dell'appello ai "Liberi e Forti" di don Luigi Sturzo a cui la stessa Chiesa dà un rilievo particolare quest'anno con il presidente della Cei Gualtiero Bassetti che andrà a Caltagirone il paese natale del sacerdote, un gruppo di cattolici annuncia il suo appoggio a Nicola Zingaretti nel congresso del Pd.

Per decidere l'endorsement si sono riuniti ieri sera a pochi passi dalla Chiesa Nuova, là dove si incontravano i dossettiani. Hanno rivolto domande a Zingaretti e chiesto assicurazioni. Coordinati dall'europarlamentare dem Enrico Gasbarra c'erano molti cattolici democratici amministratori, sindaci, parlamentari tra cui Gianluca Benamati, Simone Valiante. Un incontro a porte chiuse.  "Sosterremo Zingaretti - è stata la presa di posizione - E il richiamo di Zingaretti al manifesto dei "Liberi e forti" di Sturzo è stato un passaggio significativo nel dibattito congressuale, molto apprezzato da tanti cattolici del partito. E' stata un'autentica dimostrazione di rispetto verso le nostre radici".

Il governatore del Lazio è dato in questo momento in vantaggio nei congressi dei circoli - prima fase del confronto tra candidati in vista delle primarie. Ma l'accusa principale che gli muovono è quella di essere un nostalgico della "ditta" comunista, in soluzione di continuità con quella tradizione. Per questo l'appoggio dei cattolici dem è per Zingaretti un colpo messo a segno

"Scegliamo Nicola per l'esperienza e la competenza di amministratore, per la capacità dimostrata nel costruire nuovi orizzonti, mai nostalgici sempre inclusivi e aperti a sensibilità diverse", ha detto Gasbarra.   Però con un'avvertenza: "E' tempo di chiudere la fase miope di dare le colpe della sconfitta solo e soltanto a Renzi senza riconoscerne anche i meriti. E' tempo di guardare avanti e di costruire un partito forte".

Nel Pd il clima è teso. La commissione per il congresso ha stoppato la diffusione dei dati dei primi 500-600 circoli: troppo parziali per avere il valore dell'ufficialità. E' quindi guerra di cifre. E Tommaso Nannici, responsabile della mozione Martina, denuncia "un dibattito pubblico fatto di veline su numeri parziali e auto selezionati. Siamo stati costretti ad assistere a una guerra di cifre costruite ad arte". Fornisce cifre alternative: su 9.950 iscritti, Zingaretti al 45,1%,, Martina al 40,4%, Giachetti all'11,5, Boccia al 2,1, Corallo allo 0,5 e Maria Saladino allo 0,4%. 
 
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