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(ansa)
Marziani / Il Papa è ormai pronto per un compito molto più complesso della successione di Pietro: guidare il Pd
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Con la doppia uscita di ieri su sesso e aborto, il Pontefice si è ufficialmente confermato come il cattolico più coraggioso, liberale e libertario di tutti i tempi. L’idea che le scuole possano — debbano — insegnare ai giovani il rapporto col proprio corpo e con quello altrui, e che la misericordia debba quantomeno combinarsi con la dottrina, quando una donna decide di interrompere la gravidanza, insieme alla brillantissima definizione di Maria come influencer religiosa, certo più affascinante di Chiara Ferragni, concludono in un weekend il percorso di svecchiamento della Fede che negli anni è passato per la rilettura delle liturgie, la protezione degli ultimi, il fattivo dialogo interreligioso, il contributo decisivo a far esplodere la bile dei Salvini, dei Socci, di chiunque pensi che aiutare il prossimo significhi non aiutare questo, ma quello dopo. Tipo i cartelli “Facciamo credito domani” di certi bar, che alla fine restano sempre lì.
Il lavoro è finito. Ora il Papa è pronto per un compito molto più complesso della successione di Pietro: guidare il Pd.

Spiego.
Non ha l’ego, la teatralità, la retorica, di Matteo Renzi. Ma può lavorarci.
Alla stregua di Nicola Zingaretti, possiede ideali di sinistra più radicale, come del resto il celebre capellone di Nazareth, ed è pronto ad accogliere i derelitti derubati delle proprie speranza, cioè i Cinque Stelle. Inoltre è aduso alle conversioni: ha appena accolto Marco Minniti, che da ministro dell’Interno pareva Salvini senza la salamella e ora dà lezioni di umanità sui migranti. Roba da chiedere la canonizzazione per posta celere.
Di Maurizio Martina ha il basso profilo, se occorre. E l’attenzione all’igiene. Al venerdì santo lava i piedi ai poveri, così come Martina si fa fare barba e capelli da tutto il partito ogni volta che assume una posizione autonoma.

Come Giachetti, ha attuato una rottura di linguaggio. Iniziò il pontificato dicendo “buonasera”, Giachetti ha dato della “faccia da culo” a Orlando.
Di Boccia, Corallo, Ascani, Saladino, ha il dono dell’umiltà, del farsi da parte, del farsi di nebbia se necessario.

Infine, è infallibile per dogma e rappresenta un soggetto che storicamente è Uno e Trino, quindi nasce con le correnti, ma sono almeno duemila anni che trova una sintesi.
Per questo, alle primarie Pd ho già deciso chi votare. E ho pure lo slogan pronto: “Bergoglio senza pregiudizio: e finalmente non saranno ex voti”.
Proviamo?
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