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Tensione con la Francia, Mattarella: "Difendere l'amicizia con Parigi". Ma i 5S alimentano lo scontro

L'incontro tra Mattarella e Macron al Quirinale a gennaio del 2018 (ansa)
Dopo il richiamo dell'ambasciatore, Di Maio attacca: "Il popolo francese è amico ma Macron spesso contro di noi". Di Battista: "L'Eliseo richiami i dirigenti francesi dalla banche in Africa". Conte: "Rapporto non compromesso". Le opposizioni: "Dove ci sta portando questo governo?". E interviene il Colle
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Interviene il capo dello Stato nel caso dello scontro con la Francia culminato nel richiamo dell'ambasciatore da parte di Parigi. "Bisogna difendere e preservare l'amicizia con la Francia", dice Sergio Mattarella. Ed esprime tutta la sua inquietudine sul caso diplomatico parlando di "grande preoccupazione per la situazione". Chiedendo di "ristabilire subito il clima di fiducia".

Non poteva essere più esplicito il Quirinale di fronte allo scontro più grave, tra Roma e Parigi, dalla seconda guerra mondiale.


Poco prima era intervenuto il capo del governo, Giuseppe Conte: "Il rapporto tra Italia e Francia ha una radice antica di ordine culturale ed economico e non può essere messo in discussione", mentre ha difeso l'incontro tra Luigi Di Maio e alcuni esponenti dei gilet gialli, ultimo episodio che ha irritato Parigi. "Di Maio ha incontrato i gilet gialli come leader di partito".


E il ministro degli esteri, Enzo Moavero Milanesi: "Francia e Italia sono nazioni alleate e profonda è l'amicizia fra i due popoli. La difesa e il confronto sui rispettivi interessi e punti di vista non possono incidere e non incideranno sulle solide relazioni che ci uniscono da decenni".

Diversi i toni usati dai due vicepremier. Matteo Salvini da un lato apre uno spiraglio. "Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali". Poi però aggiunge: "Stop con i respingimenti, stop con i terroristi italiani in Francia e basta danneggiare i nostro  i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore".

Tensione Italia-Francia, Salvini: "Non voglio litigare ma Macron mantenga impegni su terroristi e migranti"


L'altro vicepremier, Luigi Di Maio - che con i suoi incontri con i gilet gialli ha fatto precipitare la crisi con Parigi - attacca ancora Macron. "Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee", scrive su Facebook, aggiungendo che su temi come quello dell'immigrazione "il dialogo e la collaborazione con il governo francese è sempre massimo e siamo disponibili a incontri al più alto livello con il governo francese per trovare soluzioni". Poi rivendica i suoi tentativi di alleanza con i gilet gialli: "Il mio incontro come capo politico del Movimento 5 Stelle, con esponenti dei gilet gialli e con alcuni candidati della lista RIC è pienamente legittimo. E rivendico il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese. Così come En Marche, il partito di governo francese, è alleato in Europa con il Pd, partito d'opposizione in Italia, così il M5s incontra una forza politica di opposizione al governo francese".

E subito dopo arrivano le parole di Alessandro Di Battista, altro frontman nello scontro con la Francia: "Più che richiamare in patria l'ambasciatore francese in Italia, suggerisco al presidente Macron di richiamare in Francia quei dirigenti francesi che dettano ancora legge nelle banche centrali africane".

"Il ritiro dell'ambasciatore è una provocazione", attacca anche il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, dei 5Stelle. "Erano abituati ad avere sudditi in Italia, certo che ora notano la differenza. Noi abbiamo il pieno diritto di fare incontri politici in vista di eventuali operazioni al Parlamento europeo e quindi non riteniamo che nel nostro incontro ci sia nulla offensivo nei confronti dei francesi".

"Il richiamo dell'ambasciatore francese è l'inevitabile epilogo di una serie di inutili e scomposte provocazioni da parte del governo e un ulteriore, pessimo segnale dell'isolamento internazionale in cui è caduta l'Italia", dice Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.

Poteva benissimo risparmiarsi il vicepremier Di Maio questa missione lampo in Francia per andare a fare patti con coloro che tirano le molotov contro la polizia, che distruggono i negozi e tutto questo soltanto per cercare di fare un gruppo parlamentare dopo le europee... è veramente triste, direi squallido", commenta invece  il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

"C'è solo una domanda da fare al governo, dopo la notizia che la Francia ha richiamato il suo ambasciatore: dove state portando l'Italia?", si domanda Lia Quartapelle, capogruppo Pd in Commissione Esteri alla Camera. "La Francia è il nostro secondo partner commerciale: esportiamo lì più di 46 miliardi di beni". E Maurizio Martina scrive a Macron: "Le scrivo sapendo del sentimento che unisce tantissimi italiani oggi che non si riconoscono negli attacchi ingiustificati e gratuiti dell'attuale governo del nostro paese alla Francia"
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