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Dissidi fra i M5s bloccano la commissione Antimafia, slittano i comitati

Rigettata la proposta del presidente Nicola Morra. Il Pd: "La maggioranza gli va contro perché vuole il processo a Salvini"

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È ancora stallo per la commissione parlamentare Antimafia, con i lavori di indagine mai partiti. Una paralisi che genera fibrillazione a Palazzo San Macuto, dopo l'ennesima fumata nera sulla nomina dei comitati di coordinamento con i relativi presidenti. A cadere nel vuoto stavolta è stata la proposta del presidente cinquestelle dell'Antimafia Nicola Morra di far partire subito i primi quattro comitati di indagine: l'indicazione non è stata accolta con favore dai componenti di M5s, Lega e Forza Italia. E il mancato accordo prolunga un blocco che dura ormai da tre mesi.

I tre partiti hanno invece votato per chiedere un ulteriore rinvio e alla base di questa decisione ci sarebbe la richiesta di avviare direttamente il lavoro di tutti i comitati. Questo nonostante - a quanto si apprende - il presidente Morra avesse chiesto un "gesto politico", esortando i pentastellati ad accogliere la sua proposta. Ma tutto è stato rimandato a martedì prossimo.

Immediato l'attacco del Pd: "Litigano per spartirsi le consulenze e i comitati di coordinamento. Una situazione grave, paradossale. Siamo a metà febbraio e ancora l'Antimafia non entra nel merito, non esercita le sue funzioni per il contrasto alla criminalità organizzata.
Pensano solo alle poltrone, è una vergogna", dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo dem nella Commissione, al quale fa eco il deputato Pd Nicola Pellicani, che aggiunge: "Di fatto Morra è stato sfiduciato a causa dei veti incrociati interni alla maggioranza. Non è possibile che la Commissione Antimafia sia ostaggio di questi giochetti". E c'è chi, come Carmelo Miceli, altro deputato dem, che insinua che per il M5s " Morra è colpevole di avere dichiarato che Salvini andrebbe processato".

Ma alla base dei dissidi tra gli stessi componenti M5s nella Commissione, potrebbero esserci le diverse posizioni di una corrente capeggiata dal senatore pentastellato, Michele Giarrusso, il rivale di Morra uscito sconfitto nella nomina alla presidenza dell'Antimafia. Dal canto loro, invece, Lega e Forza Italia rivendicano alcune presidenze per i comitati. "Bisogna farne partire subito almeno dieci", spiega la deputata forzista Jole Santelli.

L'indicazione di Morra riguardava un primo avvio dei lavori di un comitato sull'accesso agli archivi dei segreti di Stato, uno sui rapporti tra mafia e politica, uno sul gioco d'azzardo e un altro sulle intimidazioni nei confronti dei giornalisti. Proposte di indagini che per ora rimangono sulla scrivania del presidente dell'Antimafia.

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