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Latte, la controproposta dei pastori sardi: "Subito 80 centesimi al litro". Centinaio: "Ok dell'Ue al nostro piano"

Un documento in 12 punti è stato votato in un'affollata assemblea a Tramatza (Oristano) e approvato per alzata di mano. Si dimette presidente del consorzio di tutela del Pecorino romano
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Prezzo del latte ovino subito a 80 centesimi e poi 1 euro a regime, azzeramento dei Consorzi di tutela, distribuzione più equa dei profitti all'interno della filiera: sono alcune delle proposte rilanciate dai pastori sardi riuniti a Tramatza (Oristano) e contenute in un documento suddiviso in 12 punti e approvato all'unanimità per alzata di mano. Una controproposta che dovrebbe andare ad integrare l'accordo siglato sabato scorso a Cagliari col ministro dell'agricoltura Gian Marco Centinaio, che ha raggiunto una prima intesa su 72 centesimi al litro e ha stabilito una tregua di tre giorni alle proteste. Tregua che però è durata soltanto una notte.

Da parte sua il ministro, dopo aver tenuto una riunione con il commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan, annuncia soddisfatto: "Abbiamo avuto l'ok dell'Europa al nostro piano e questo renderà più disteso l'incontro di giovedì tra le parti, sia per la gestione dell'emergenza che per riorganizzare la filiera". Sul piano di ritiri del pecorino, Centinaio ha ottenuto rassicurazione che "non si tratta di aiuto di Stato". Hogan ha poi confermato l'invio di funzionari Ue in Sardegna per coinvolgere il Consorzio nei programmi Ue.


Come conseguenza della reazione dei pastori, arrivano intanto le dimissioni di Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano: "Il 22 febbraio scade il mio mandato, ho già provveduto a rassegnare le mie dimissioni in coerenza con il mandato assegnato dal Cda", scrive su Facebook.

Tra i punti principali, infatti, oltre all'attivazione di "tutte le procedure capaci di portare il prezzo del latte ovino da subito a 80 centesimi fino ad 1 euro + iva" per coprire i costi di produzione, anche la richiesta di "dimissioni volontarie ed irrevocabili di tutti i membri del consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop da depositare in prefettura contestualmente alla firma dell'accordo".

Analoga procedura viene richiesta per il Consorzio del Pecorino sardo e per il Consorzio del Consorzio di tutela del Fiore Sardo. Nel loro documento i pastori contestano alle amministrazioni dei consorzi "incapacità di tutelare e vigilare sulla produzione e sui livelli produttivi del prodotto finito; assenza di partecipazione dei soci conferitori di latte (soprattutto conferitori di latte e industriali) all'attività sociale; scarsa trasparenza nel consiglio di amministrazione; scarsa trasparenza nella documentazione dei singoli produttori di latte depositata presso il consorzio".

Infine la richiesta di una "distribuzione più equa dei profitti all'interno della filiera dei prodotti lattiero caseari". Un obiettivo da raggiungere, spiegano gli allevatori, "facendo firmare al soggetto venditore (industriali della trasformazione) all'atto della vendita del formaggio, clausole nelle quali venga dichiarato che il livello di remunerazione della materia prima utilizzata è tale da coprire i costi di produzione". Prevista poi "la nomina di un prefetto con compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività di filiera".

 
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