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Europarlamento, M5s: "Nessun gruppo con la Lega". Salvini: "Al voto con i nostri alleati"

Il ministro dell'Interno: "Tra noi e i cinquestelle c'è un rapporto saldo perché si basa su un patto, su un contratto firmato nero su bianco"
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"ll M5S nel prossimo Parlamento europeo farà parte di un nuovo gruppo fondato sui valori della democrazia diretta. Le prime 4 forze politiche che lo comporranno sono state presentate a Roma da Luigi Di Maio. Siamo in contatto con altre forze politiche di altri Paesi per allargare ulteriormente il gruppo. Non esiste e non è mai stata presa in considerazione l'idea di entrare nel gruppo della Lega e Le Pen o in altri gruppi che propongono da decenni la stessa vecchia ricetta". Lo chiarisce il M5s in un post sul Blog delle Stelle in riferimento all'eventualità di un eurogruppo unico con il partito di Matteo Salvini.

Il leader del Carroccio, intanto, è al lavoro sulla campagna elettorale per le regionali in Sardegna di domenica prossima, che rappresentano un'occasione per aumentare il divario con Di Maio. E sulle alleanze nella Ue - compresa l'offerta ai 5S di formare un unico schieramento sovranista a Strasburgo - sceglie per il momento di non spingersi troppo oltre. E di frenare dopo averne parlato ieri in Sardegna. Ben sapendo che, una volta chiuse le urne delle Europee, il Movimento potrebbe ritrovarsi isolato e senza la possibilità di formare un proprio gruppo. E in quel caso la proposta, sulla quale all'interno della Lega si sta ragionando in questi giorni, tornerà sul tavolo. Da parte nostra, assicura Salvini, "abbiamo già i nostri alleati a livello internazionale". Del resto, Salvini ammette che le elezioni di maggio per l'Europarlamento - alle quali in ogni caso Lega e M5S andranno separati - saranno un'opportunità di cambiamento, "come Lega abbiamo le idee chiare su come deve cambiare l'Europa", dice a Rtl 102.5. E ribadisce che tra gli alleati "c'è un rapporto saldo perché si basa su un patto, su un contratto firmato nero su bianco".

 
"Non saranno inchieste, retroscena e ipotesi strane a far saltare questo governo. E non sarebbe saltato neanche se si fosse andati avanti sul processo", aggiunge poi in riferimento al voto della giunta per le immunità del Senato che, grazie al contributo dei cinquestelle, lo ha salvato dal processo.
 
Commenta poi il gesto delle manette del senatore cinquestelle Michele Giarrusso rivolto al Pd: "Evidentemente è stato un eccesso, ma sentirsi insultare dai senatori del Pd può far perdere i nervi. Conosco Giarrusso, è tutt'altro che un manettaro".
 
"Non ci sarà una manovra aggiuntiva" dice poi ad Agorà su Rai3 rispetto all’ipotesi di una manovra bis per disinnescare le clausole di salvaguardia. E assicura che "non ci saranno nuove tasse, non ci sarà una patrimoniale o tasse sulla nuova casa. Stiamo lavorando invece a una revisione delle aliquote Irpef, per esempio per portare quella al 23% al 20%".
 
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