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Governo, il sottosegretario Barra Caracciolo: "Non so se ho ancora le deleghe e l'incarico"

Parla alla Camera fra lo stupore generale e chiede un chiarimento a Palazzo Chigi. I dem ironizzano: "Al governo a sua insaputa". Vicino ai sovranisiti leghisti teorizza l'uscita dall'euro. Ufficiali le dimissioni di Paolo Savona

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ROMA - Giallo nel governo: il sottosegretario agli Affari europei Luciano Barra Caracciolo fa parte ancora dell'esecutivo? Ha ancora le deleghe? E' titolare dell'incarico a sua insaputa? Siamo di fronte a un nuovo scontro sotterraneo fra grillini e leghisti? Un piccolo terremoto provocato dalle dimissioni di Paolo Savona ufficializzate oggi in aula.  Domande che sono corse nel primo pomeriggio in un'aula di Montecitorio praticamente deserta. I deputati sono chiamati ad avviare la discussione sulla Legge comunitaria e ai lavori si sono presentati solo i "costretti". Sul banco del governo siede il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi. 

Il presidente di turno Ettore Rosato procede agli adempimenti di rito e legge anche la lettera del presidente del Consiglio con cu si comunica che Paolo Savona non è più il ministro degli Affari Europei. Parla il relatore e si procede con la discussione. Arriva trafelato, in ritardo, il sottosegretario Barra Caracciolo, quello direttamente interessato alla discussione. Prende posto accanto al collega. Quando il relatore finisce il suo intervento prende la parola. 

Parla per dire: "Perdonate il mio ritardo, ma in realtà - è una questione preliminare, che mi tocca porre e che mi riguarda - poco prima di venire qui, gli uffici del Segretario generale di Palazzo Chigi mi hanno comunicato che mi considerano senza delega e, di fatto, anche senza nomina, a seguito delle dimissioni di Savona, che, a mio parere, sono del tutto autonome dalla mia posizione".

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I pochi presenti spalancano gli occhi. Barra Caracciolo prosegue: "Per cui, io, finché non ho un chiarimento da parte degli uffici, perché sembrano aver deciso in questo senso, non ben chiaro per la verità, ho chiesto evidentemente di accertare questo aspetto preliminare, perché in tal caso non potrei essere il rappresentante del Governo, meno che mai sugli affari europei. Per cui, il mio ritardo è dovuto a questo, ma non posso fare a meno di esplicitarvi e di comunicarvi questa mia strana situazione". E si risiede.

Rosato cerca di stemperare la situazione con una battuta: "Grazie, signor sottosegretario. Le do una buona notizia, e cioè il Governo ha delegato lei a seguire questo provvedimento, quindi evidentemente la considerano ancora in carica". Ma ormai la frittata è fatta. E i deputati del Pd non possono perdere la ghiotta occasione di infierire. Chiede la parola sull'ordine dei lavori Piero De Luca. E pronuncia un breve intervento che chiude così: "Chiediamo, se possibile, un chiarimento al Governo su chi lo rappresenta in questo momento, prima di procedere nel dibattito e nella discussione, perché francamente una cosa del genere non l'avevamo mai vista". 

Rosato però non vuole aprire un dibattito. E cerca di chiudere la questione, riuscendovi, ribadendo che "il sottosegretario Barra Caracciolo è designato dal Governo a seguire il provvedimento. Il suo intervento è legittimo, ma non aveva nulla a che fare con quanto stiamo facendo in quest'Aula, altrimenti non potrebbe neanche entrare e sedersi sui banchi del Governo. Abbiamo anche il sottosegretario Bartolazzi, che partecipa ai nostri lavori. Io, quindi, direi che noi proseguiamo, poi questioni di carattere più politico le risolviamo in altri luoghi, in altre sedi". 

Si prosegue, ma i potenti mezzi della Rete rilanciano il caso. Senza risparmiare le ironie. "Ancora una volta, quando si parla di Europa, Lega e M5S sono assenti. Il Governo invia in aula un sottosegretario 'a sua insaputa' che dichiara di essere senza né delega né nomina formale. Siamo alle comiche!", twitta De Luca.

"Sottosegretario a sua insaputa", piace. E i siti del Pd lo rilanciano. E alla fine il problema ritorna in aula. Il deputato dem Filippo Sensi, ex portavoce di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, usa il suo intervento per affondare il colpo. "Intanto il Ministro Savona se "n'è iuto" e soli ci ha lasciato, in barba ad almeno tre o quattro leggi dello Stato e a un senso minimo di decoro e opportunità, ma tant'è", esordisce.

Ricorda di essere stato bannato da Barra Caracciolo dal suo account Twitter e gli dice: "Ora Lei ci avvisa di essere stato bannato a sua volta dai suoi uffici". E aggiunge che Paolo Savona risulta ancora essere ministro in carica sul sito del Governo. Quanto basta per chiedere "chi sia oggi il titolare del dicastero che sovraintende e promuove questo provvedimento di legge. Di cosa stiamo discutendo e con chi in questa sede? Chi è il ministro? Il premier? Il ministro degli Esteri? Chi?".

La questione diventa ancora più interessante se si va a spulciare la biografia politica di Barra Caracciolo. Non nuovo ad incarichi di potere, avendo ricoperto posti di responsabilità nei governi della "Seconda repubblica". Soprattutto quelli di centrodestra. Il sottosegretario non fa mistero del suo essere anti-europeo e anti-euro. Lo testimonia il suo blog e quello che scrive su quello di Antonio Maria Rinaldi, vicinissimo a Savona. Nella geografia dell'attuale maggioranza è più vicino alle posizioni leghiste. Almeno a quelle sbandierate prima della campagna elettorale del 2018 e dell'arrivo al governo.
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