Politica

Zingaretti, il nuovo bersaglio dei sovranisti sul web

Nicola Zingaretti (ansa)
Il segretario del Pd costretto a istituire uno staff ad hoc per difendersi dagli attacchi sulla rete diventati una marea montante da quando è stato eletto
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Uno staff per monitorare gli attacchi sul web. E’ stato uno dei primi dossier che Nicola Zingaretti ha dovuto affrontare, perché da una settimana - da quando è stato eletto nei gazebo delle primarie segretario del Pd con il 66,5% di voti - gli attacchi social sono diventati una marea montante.

Un esempio? Il faccione di Zingaretti in primo piano, accanto il simbolo del Pd e la notizia della deposizione del governatore del Lazio su Mafia Capitale, Salvatore Buzzi e compagnia. Vecchia è vecchia. E non occorre dirlo. L’archiviazione è stata chiesta dal procuratore Pignatone un anno fa. Però vale la pena rilanciarla per screditare il neo segretario, come è stato fatto nelle scorse ore da siti sovranisti e influencer della destra filo leghista. La non notizia è stata sviluppata anche dal quotidiano il Giornale.

E’ appunto cartina di tornasole di un effetto a catena.  Sono centinaia gli attacchi fake, il rimpallo di notizie false che riguardano tre filoni principali: i rapporti con Mafia capitale, il titolo di studio di Zingaretti, la gestione della Regione.

Tre aree su cui scatenarsi per creare un effetto onda sul web, in modo da raggiungere il maggior numero di persone e da rendere credibile la propaganda contro. Ecco che siti come Imola Oggi, Sputnik News legato all’universo putiniano in Italia, Primato nazionale si prendono cura del leader del Pd facendo da grancassa alle trovate sovraniste e grilline sui social.

Lo staff social del segretario dem ha scoperto non solo troll, ma anche personalità come Alessandro Meluzzi, lo psichiatra e criminologo che fu forzista e ora è molto vicino alle posizioni di estrema destra, il quale ha rilanciato notizie non vere anti Zingaretti. La stessa cosa fa Francesca Totolo, legata a CasaPound e ponte con la Lega di Salvini. Poi c’è Mario Adinolfi, leader dei cattolici conservatori e del Popolo della Famiglia, che ha messo in rete, abboccando alla bufala del tiolo di studio di Zingaretti, un tweet: “ Nicola Zingaretti ha la terza media e se ne vergogna un po’…”. A smascherarlo subito il sito Bufale.net , che fa sua la pratica di debunking, di  smentire o mettere in dubbio notizie false e create ad arte.

Nello staff social di Zingaretti fanno notare che l’attacco sul titolo di studio del segretario è una opera di  discredito come quella dei tea party americani, che sostenevano Obama non fosse nato negli Usa e di conseguenza la sua elezione non fosse legittima. L’allarme che circola nella segretaria dem fotografa una galassia di siti, account, troll e relative interazioni, una vera e propria mappa organizzata.
 
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